“Close”: bullismo e accettazione di sé in una storia toccante e universale

Lukas Dhont dirige un cast talentuosissimo per un film toccante e dagli spunti interessanti

Un film di Lukas Dhont. Con Léa Drucker, Émilie Dequenne, Kevin Janssens, Igor van Dessel, Marc Weiss, Eden Dambrine, Gustav De Waele. Drammatico, 105′. Belgio, Paesi Bassi, Francia 2022

Due tredicenni, Leo e Rèmi, vivono la loro preadolescenza condividendo momenti di gioco e momenti di riflessione. Il loro ingresso nella scuola superiore fa sì che i nuovi compagni inizino a manifestare il sospetto che la loro sia non solo un’amicizia ma una relazione sentimentale. Questo finirà per creare una certa distanza che si risolverà in una situazione destinata a lasciare una traccia profonda.

 

L’esperienza quotidiana insegna: talvolta bastano una parola sbagliata, un gesto, un silenzio per distruggere un rapporto. Le amicizie sincere e profonde possono essere, erroneamente, scambiate per rapporti d’amore. In fondo l’amicizia è una forma d’amore, ma se l’equivoco diventa cattiveria, sfottò o derisione, magari in ambito scolastico, ecco che la situazione può sfuggire di mano.

Leo (Dambrine) e Rèmi (De Waele) hanno tredici anni, e sono grandi amici. Vivono felicemente in simbiosi: ridono, giocano, dormono insieme, come fossero una sola anima.

“Close” di Lukas Dhont inizia così, con questa bella rappresentazione dell’amicizia giovanile che noi tutti vorremo sperimentare anche in età adulta. Ma quello che sembrava un legame indissolubile si sgretola per colpa di una battuta di un compagno di classe, dopo l’ingresso alle scuole superiori. 

Leo, che non sopporta di essere escluso dal gruppo, reagisce in modo istintivo al bullismo, allontanando Rèmi. Un distacco che ferisce profondamente quest’ultimo, che cerca un chiarimento, senza successo, e poi soccombe alla disperazione.

“Close” inizia come un racconto sull’amicizia e si trasforma poi in una storia sul dolore, il senso di colpa, la rabbia e la perdita. Dhont firma una sceneggiatura potente, accorato, densa di significato e umanità espresse attraverso i silenzi e gli sguardi di Leo, “l’amico rimasto”.

Non esistono parole adatte per descrivere il travaglio interiore del ragazzo, reso magistralmente dal bravissimo Eden Dambrine. Leo non piange, non esterna il proprio dolore, si tiene tutto dentro. Leo porta un peso enorme sulle spalle e nel cuore, e crede che non potrà mai esistere redenzione per lui.

Potremmo dire che, perdendo Rèmi, Leo perda in un solo colpo il suo migliore amico e l’innocenza. Difficile, se non impossibile, dopo, tornare a sorridere alla vita con la stessa fiducia di prima.

“Close” parla di bullismo e della paura di essere se stessi. Lo fa attraverso una storia dal carattere universale, scioccante quanto attuale. Un film che conquista il pubblico.