“Climax”: continua il crescendo di Gaspar Noé, che stupore ed eccesso

Gaspar Noé dirige un film Conturbante, disturbante, feroce, forte, un vero e proprio crescendo

Un film di Gaspar Noé. Con Sofia Boutella, Romain Guillermic, Souheila Yacoub, Kiddy Smile,  Claude Gajan Maude. Drammatico, 90′. Francia 2018

A metà degli anni Novanta, venti giovani danzatori si riuniscono per una prova di tre giorni in un collegio in disuso. Presto l’atmosfera diventa elettrica e una strana follia li travolge. Si renderanno conto di essere stati drogati ma non sanno da chi o perché. La situazione segue un continuo crescendo e mentre alcuni si sentono in paradiso, molti di loro vivono l’inferno.

 

In tutta sincerità, non sono una grande fan del cinema di Gaspar Noé. Ho accettato di vedere l’anteprima di “Climax” con remore e paura, miste a un briciolo di curiosità dovuta all’ammirazione per certe sue tecniche registiche.

Mi aspettavo un film difficile da mandar giù, sulla scia di Lars von Trier, ed effettivamente è quello che mi sono trovata davanti. Eppure, ho lasciato la sala profondamente estasiata, e non solo turbata. Perché al di là delle tematiche e delle scene forti la sceneggiatura è semplice ma efficace e gli aspetti positivi molti.

L’introduzione coincide con le interviste dei protagonisti (che si vedono nel trailer), ballerini sotto provino per unirsi a una compagnia di danza. A lato della televisione su cui scorrono le registrazioni, le cassette dei film che hanno ispirato Noé – “Suspiria” di Dario Argento, ad esempio.

Il lungo piano sequenza iniziale chiarisce due cose: la bravura del regista (un virtuosismo, se riuscito, genera sempre estasi in chi sa apprezzarlo) e la volontà di far aderire lo spettatore alla temporalità del racconto. Da lì in poi sarà impossibile sottrarsi al legame con i personaggi, tutti ugualmente protagonisti, che terminate le prove del balletto si lasciano andare a una festa selvaggia.

Conturbante, disturbante, feroce, forte e crudo, capace di fondere colori, suoni, azoni e reazioni, “Climax” è – proprio come dice il titolo – un crescendo. Nessuno, dentro e fuori dal set, può sottrarsi a questo crescendo, così come alla rivelazione della propria natura, acuita dall’uso di droga.

La regia di Gaspar Noé è estasiante, sorprendente, matura. Si notava la sua firma già nei lavori precedenti, ma qui è chiara la maturazione, l’evoluzione costante, e questo mi fa ben sperare per il futuro.