“Ci vuole un fisico”: tra road movie e commedia romantica

Dopo il successo del corto omonimo, Alessandro Tamburini si cimenta con il lungometraggio

Un film di Alessandro Tamburini. Con Alessandro Tamburini, Anna Ferraioli Ravel,  Francesca Valtorta, Niccolò Senni, Gianpaolo Fabrizio. Commedia, 80′. Italia, 2018

Alessandro (Tamburini) ha un appuntamento con Francesca (Valtorta), la ragazza dei suoi sogni: un nove pieno, nella classifica ingenerosa che colloca le persone su una scala da uno a dieci in base al loro aspetto fisico. Anna (Ferraioli Ravel) ha un appuntamento con Pietro (Bigagli) per cui ha perso trenta chili in tre mesi, proprio cercando di conformarsi a quel canone estetico che lascia poco spazio per la differenza individuale. L’appuntamento di entrambi è fissato nello stesso ristorante di Modena, ma a entrambi verrà data buca: il frequente destino di chi appartiene alla categoria “un po’ sopra il brutto” e molto sotto la sicurezza di sé, cui appartengono sia Alessandro che Anna. Proprio dal reciproco incontro potrà (forse) scaturire quella consapevolezza e quella sana attitudine a fregarsene delle apparenze (proprie e altrui) che apre la porta alle relazioni di qualità.

 

Ci vuole un fisico speciale
per fare quello che ti pare
perché di solito a nessuno
vai bene così come sei

Iniziava con questa strofa rivelatrice la canzone del 1991 “Ci vuole un fisico bestiale”, che sarebbe diventata non solo un tormentone di quegli anni ma anche un cult per le generazioni successive.

Non ho idea se Alessandro Tamburini l’abbia mai ascoltata – probabilmente sì – e soprattutto se si sia fatto ispirare per realizzare, nel 2013, il pluripremiato cortometraggio “Ci vuole un fisico”.

Cinque anni dopo, il regista ha deciso di andare oltre quel lavoro, traendone un film d’esordio che nel complesso è positivo. Merito soprattutto della coppia protagonista, rodata e convincente, costituita dallo stesso Tamburini e da Anna Ferraioli Ravel.

“Ci vuole un fisico” non deve trarre in inganno lo spettatore: non si tratta della solita commedia trita e ritrita dove due estranei, complice una comune serata sentimentale da incubo, si incontrano, passano una folle notte insieme e alla fine si scoprono fatti l’uno per l’altra. Qui c’è un messaggio più incisivo e profondo, dietro la patina romance.

Per corrispondere all’ideale di donna del suo uomo dei sogni, Anna si sottopone a una durissima dieta dimagrante, che la porta a perdere 30 chili. Per ottenere l’attenzione della donna di cui è innamorato, Alessandro accetta di scriverle la tesi, diventando una sorta di zerbino… pardon, moderno cavalier servente. Eppure questo non sembra bastare…

La storia semplice, lineare, magari non originalissima, conquista lo spettatore per la sua capacità di trasmettere emozioni e far nascere domande applicabili alla vita di tutti i giorni. Fino al finale, autentico, divertente e non melenso.

Nonostante qualche pecca strutturale e registica, figlia dell’inesperienza del regista Tamburini, la visione è piacevole – merito anche di una colonna sonora azzeccata e di un’eccellente fotografia.

In amore vince chi fugge? Vince chi resta se stesso? Oppure per riuscire a conquistare qualcuno, dei piccoli – e grandi – sacrifici sono più che giustificati, quasi necessari? A ognuno di noi tocca, come ad Anna e Alessandro, trovare la risposta.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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