Un film di Elisa Amoruso. Con Chiara Ferragni. Documentario, 90′. Italia 2019
La storia di Chiara Ferragni, imprenditrice digitale italiana, dalla nascita del primo blog alla costruzione di un impero nel mondo della comunicazione digitale.
Quando, a luglio, il direttore Barbera presentò il programma della Mostra del cinema di Venezia 2019, l’annuncio della presenza, nella sezione Sconfini, di un documentario su Chiara Ferragni gelò la sala. Al gelo seguirono le critiche. Senza la proiezione di neppure un fotogramma, “Chiara Ferragni: unposted” di Elisa Amoruso aveva già vinto il Leone d’oro delle polemiche!
Il vostro inviato, invece, temeva più che altro il momento di doverne scrivere. Perché sapeva che la direttora Turillazzi non avrebbe potuto farsi scappare l’occasione di inserirlo in scaletta… E infatti.
Personalmente ignoravo chi fosse Chiara Ferragni – blogger? Influencer? Modella? Imprenditrice digitale? – prima che i giornali italiani iniziassero a dedicarle articoli e prime pagine. Come approcciarsi quindi al film su di lei? Ma nel solo modo possibile: senza pregiudizi di sorta.
“Chiara Ferragni: unposted” non è un film, non è un documentario né nulla di vagamente cinematografico o televisivo: è una lunga, costosa e autoreferenziale story di Instagram, che sarà visibile al cinema per tre giorni (dal 17 al 19 settembre) e poi sparirà per sempre.
Quello che ha deluso i fan è soprattutto l’incapacità del girato – prodotto dalla stessa Chiara – di raccontare qualcosa di nuovo del “fenomeno Ferragni”, limitandosi a riproporre un’immagine dolce e patinata che i social ci hanno già rimandato milioni di volte. Il personaggio più autentico e genuino finisce per essere Fedez… il che è tutto dire.
Paradossalmente non sono così negativo nei confronti di quella che è un’operazione commerciale e auto-promozionale a tutti gli effetti, che già oggi può essere definita vincente, visto quanto se n’è parlato, e che potrebbe diventare un trionfo, se il pubblico deciderà di andare in sala a vederla.
“Unposted” non ha pretese autoriali, non vuole raccontare storie eroiche o rivoluzionarie, ma semplicemente certificare come la Ferragni non sia più un fenomeno passeggero. Dal 2009, dal primo blog, ne è passata di acqua sotto i ponti – e denari sul conto corrente.
Chi è oggi Chiara Ferragni? Risponde alla domanda lei stessa:
Sono un’imprenditrice di moda. Ho creato collezioni, aperto negozi in diverse città del mondo e dallo scorso anno ho iniziato anche la vendita e-commerce. Sono il volto della mia azienda. Ho 200 collaboratori e fatturo 40 milioni di euro all’anno.
Piaccia o meno, Chiara Ferragni rappresenta un’eccellenza italiana nel campo della moda, dove è riuscita a imporsi, mettendo in ombra tante colleghe e conquistando il suo spazio come testimonial, imprenditrice, personaggio pubblico.
Ma torniamo al “film”. La prima parte si concentra sulla vita privata della Ferragni, sull’ascesa come blogger e influencer, permettendo di conoscerla un pochino meglio. La seconda, invece, scivola inesorabilmente verso il trash, e più che altro annoia.
La regista Elisa Amoruso e soprattutto Chiara Ferragni avrebbero dovuto essere coraggiose fino in fondo, puntando sul racconto sincero di quello che il pubblico non vede ogni giorno su Instagram. Ma probabilmente era davvero chiedere troppo.