Dopo “Il rifugio delle ginestre” (2017), Elisabetta Bricca e Garzanti tornano a unire le forze con “Cercando Virginia”, uscito in libreria a maggio, una storia avvincente, tutta al femminile, che omaggia una delle voci più importanti della letteratura del ‘900, Virginia Woolf.
Cortona, 1976. Emma è una ragazza anticonformista, che ama leggere sopra ogni cosa. Dopo l’ennesimo scontro col padre, che la vorrebbe invece impegnata nelle faccende domestiche, Emma decide di andarsene e accettare il posto da cameriera offertole da una ricca aristocratica di origini inglesi che si fa chiamare “signora Dalloway”.
Tra le due nasce un rapporto di amicizia, cementato dalle ore di lettura condivisa alla scoperta di una delle prime scrittrici femministe della storia, Virginia Woolf, che l’aristocratica decide di proporre a Emma. Sarà grazie a lei e alle sue opere, se la giovane inizierà a immaginare di poter essere davvero l’artefice del proprio destino…
“Cercando Virginia” è un romanzo coinvolgente, che conquista con la sua semplicità e scorrevolezza. E soprattutto con il suo messaggio.
Storia di formazione tutto al femminile, intrecciando le vicende di tre donne (Emma, Elizabeth e Cecilia) sul finire degli anni ‘70 con le opere e la vita della Woolf, trasmette l’idea del potere salvifico della letteratura e rende omaggio al coraggio delle donne di ieri e di oggi, capaci di sacrificare stabilità e affetti per combattere le ingiustizie e veder riconosciuti i propri diritti.
Uno degli elementi più interessanti – e forse più tristi? – di “Cercando Virginia” è proprio il fatto che le tematiche affrontate, la voglia di indipendenza di Emma, il suo sogno di scegliere il suo futuro superando i limiti legati alla condizione femminile, ci risultano vicine, familiarissime.
Il romanzo della Bricca è ambientato quarant’anni fa eppure, per quanta strada le donne abbiano fatto nel frattempo, per la vera parità di genere ne manca ancora parecchia.
In questo senso le parole e l’esempio di Virginia Woolf, icona ante litteram del movimento femminista, meritano di essere tramandate e riscoperte, generazione dopo generazione. Perché di esempi positivi, che indichino il cammino, abbiamo e avremo sempre bisogno.