L’attesa è finita. Oggi, 16 febbraio, prende il via il 73° Festival internazionale del cinema di Berlino. Questa edizione si propone di far dimenticare le restrizioni anti-Covid dell’anno scorso e ancora di più l’esperimento online di due anni fa, di riportare il pubblico a gustare cinema e incontri come prima della pandemia. Ci riuscirà davvero?
Il film di apertura è “She came to me” di Rebecca Miller con Peter Dinklage, Marisa Tomei e Anne Hathaway, appartenente al programma della Berlinale Special. Nella stessa sezione, per la gioia di noi italiani, il documentario di Mario Martone “Laggiù qualcuno mi ama”, che racconta la storia di Massimo Troisi.
A me personalmente fa piacere ritrovare Hong Sang-soo, un habitué della Berlinale, con il suo nuovo lavoro “In water” nella sezione Encounters.
In lizza per l’Orso d’Oro ci sono nomi famosi come Adrien Brody e Jesse Eisenberg, protagonisti di “Manodrome” di John Trengove; Simon Baker in “Limbo” di Ivan Sen; larga parte della famiglia Garrel in “Le Grand Chariot” di Philippe Garrel.
Spazio anche per due pellicole d’animazione: “Art College 1994” di Liu Jian e “Suzume” di Makoto Shinkai. E per un pizzico d’Italia con Giacomo Abbruzzese e il suo lungometraggio d’esordio, “Disco Boy”, coproduzione tra Francia, Italia, Belgio e Polonia.
Come di consueto la Berlinale è ricca di proiezioni ma anche di eventi, organizzati da Berlinale Talents e da European Film Market. Nei prossimi undici giorni, da qui al 26 febbraio, ci sarà modo per capire se davvero la situazione sarà tornata al pre-pandemia. E se ritroveremo i cari, vecchi comfort, come il cappuccino in sala stampa.