L‘ultimo giorno di festival, per il sottoscritto, è sempre stato caratterizzato in questi anni da tre elementi: la speranza di aver visto il film vincitore (molto spesso disattesa); il bisogno di consegnare in tempi rapidi la cartolina conclusiva alla direttora; la fretta nel fare la valigia (continuando a sperare di aver visto il film vincitore).
Il Torino Film Festival 2020, nella sua versione 100% online, ha in parte modificato la mia lista di priorità. Sono infatti passato dal fare la valigia e correre verso il treno/aereo di rientro a combattere contro il nubifragio che si sta abbattendo sulla mia Sicilia.
Messi momentaneamente da parte secchio e ramazza, mi sforzo di scrivere comunque la mia attesa ultima cartolina.
Non me ne vogliano i puristi e gli amanti della sala a oltranza, ma personalmente credo sia possibile fare cinema e seguire i festival anche in piena pandemia. Certo il contatto umano ci manca; ci manca intervistare i talent dal vivo, scambiarsi opinioni con i colleghi uscendo dalle proiezioni a orari improbabili.
Guardiamo però il bicchiere mezzo pieno: per la prima volta da anni, alla fine di una kermesse, non ho i piedi doloranti per le lunghe code, il fegato ingrossato per colpa del cibo spazzatura mangiato, di corsa, in dieci giorni, gli occhi gonfi per mancanza di sonno.
Onore al merito dello staff del TFF, che con il contributo di MYmovies è riuscito a portare online un programma ricco, e alla portata di tutti. Non mi mancheranno le file per entrare in sala, le proteste, i “mi dispiace, posti esauriti”. Le conferenze stampa su Zoom non saranno il massimo, ma almeno così ho potuto ascoltare tutti quelli che volevo.
D’altra parte c’è poco da fare: i Festival devono adattarsi a questa “nuova normalità” post-Covid. E se la Mostra del cinema di Venezia ha dimostrato come sia possibile realizzare un evento in presenza garantendo l’applicazione di rigidi protocolli sanitari, il TFF a mio avviso ha aperto la strada per la modalità online.
Tutto è migliorabile, chiaramente, ma il messaggio forte che portiamo a casa dopo queste giornate è che il cinema sopravviverà a qualsiasi pandemia. Io, invece, ho aspettato comunque col fiato sospeso il verdetto della giuria, per sapere se avevo visto o meno il film vincitore. Perché tutto cambia, certo, tranne la perfezione giornalistica imposta dalla Direttora!