Cosa resterà… di questa Venezia 80? Come il cantante Raf nel 1989, mi interrogo su quale eredità lascerà ai posteri la Mostra del cinema 2023.
Di sicuro lascia a pubblico e inviati la delusione di aver visto il lido popolato quasi esclusivamente da influencer, pseudo attori e ballerine, e sfortunatamente snobbato dalle star di Hollywood, che in questi giorni si sono riscoperte sindacalisti.
Per quello che riguarda i film, lascia – ed è un eufemismo! – l’amaro in bocca alla compagine italiana, con cinque registi su sei snobbati dalla giuria guidata da Damian Chazelle. Ma anche Matteo Garrone, premiato per “Io capitano”, penso non abbia portato a casa il risultato sperato…
In generale, i verdetti della Giuria non convincono a pieno. “Povere creature” di Yorgos Lanthimos lascia il lido con il Leone d’oro e la candidatura di favorito agli Oscar. La Polonia piazza un uno due micidiale con i due film in concorso, “The green border” e “Kobieta Z…”.
E poi c’è Liliana Cavani, che ha deciso di festeggiare il (meritato) Leone alla carriera giocando al pubblico un colpo basso con “Questione di tempo”. Capita anche ai migliori di compiere un passo falso.
Per ciò che mi riguarda Venezia mi lascia con la sorpresa inaspettata di non aver assegnato nemmeno uno “Spira Mirabilis”, con il lusso di fotografare una piazza San Marco deserta, e come di consueto con una valigia piena di vestiti da lavare una volta tornato a Roma.
Di sicuro la Mostra del cinema lascia anche altre cose ai posteri, ma per questa mia cartolina di commiato può bastare così. Arrivederci, Venezia, ci vediamo nel 2024.