Cartoline da Cannes: “I figli del fiume giallo” e “L’albero dei frutti selvatici”

Cina e Turchia in lizza per la Palma d'oro con due storie che raccontano il presente e i suoi dolori

Due registi apprezzati in patria e all’estero, entrambi già premiati a Cannes, tornano sulla Croisette, nel concorso principale, con due opere di pregio.

Nuri Bilge Ceylan presenta “L’albero dei frutti selvatici”, un dramma familiare e sociale da festival, lento, riflessivo, intellettuale. Jia Zhangke, invece, ci propone “I figli del fiume giallo” una sorta di gangster-love story, con protagonista una donna meravigliosamente forte e indipendente.

 

L’ALBERO DEI FRUTTI SELVATICI

di Nuri Bilge Ceylan. Con Dogu Demirkol, Murat Cemcir, Bennu Yildirimlar, Hazar Ergüçlü, Serkan Keskin. Drammatico, 188′. Turchia, Francia 2018

In “L’albero dei frutti selvatici” (Ahlat Agaci) i tentativi del neolaureato Sinan di far pubblicare il suo libro si scontrano con la dura realtà, accentuando ancora di più i suoi conflitti, il suo senso di non appartenenza, la sua superbia giovanile.

Padre-figlio, antico-moderno, villaggio-città, religioso-agnostico, razionale-sognatore: queste le dicotomie su cui si basa l’ottima sceneggiatura (di stampo teatrale), che alterna fasi di movimento attivo a discussioni etico-morali. Al centro della scena l’insofferenza di un giovane che si sente intrappolato da una società che non gli dà i mezzi per spiccare il volo, e deluso dal padre che ha perso tutto al gioco.

È possibile una riconciliazione con il mondo e, quindi, con il padre? L’unico problema è che bisogna aspettare tre ore per scoprirlo.

 

ASH IS PUREST WHITE

di Jia Zhangke. Con Zhao Tao, Liao Fan, Feng Xiaogang, Yinan Diao, Zheng Xu, Yibai Zhang. Drammatico, 150′. Cina, Francia, Giappone 2018

La musa e moglie di Jia Zhangke, Zhao Tao, vincitrice nel 2011 del David di Donatello per “Io sono Li”, si conferma un’interprete talentuosa. È lei l’assoluta protagonista di “I figli del fiume giallo” (Ash is purest white), ambientato nei bassifondi cinesi, tra boss locali e gioco d’azzardo.

Seguiamo la sua vita e la sua storia d’amore con Bin per quasi due decadi, tra separazioni e riunificazioni. Lei perde tutto e si reiventa, aggredisce con astuzia il mondo e sopravvive con dignità. Soffre per amore come solo una donna può soffrire, e dimostra la compassione che solo una donna può mostrare.

Il tutto in questa Cina che cambia alla velocità della luce, in cui il progresso sembra essere il solo vero Dio, e in cui una donna deve fare una fatica doppia per affermarsi.

 

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Valeria Lotti
Originaria della provincia di Roma, vive tra l'Europa e la Cina, coltivando la sua passione per lo studio di società e culture. Dottoranda a Berlino, ama scrivere di cinema, viaggi e letteratura. Si ritiene democratica e aperta alla critica, purché non sia rivolta ai libri di Harry Potter.

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