“Carmen y Lola”: un viaggio intimo alla scoperta della propria sessualità

Zaira Morales e Rosy Rodríguez protagoniste intense della bella pellicola di Arantxa Echevarria

Un film di Arantxa Echevarria. Con Zaira Morales, Rosie Rodriguez, Carolina Yuste, Moreno Borja,  Rafaela León. Drammatico, 103′. Spagna 2018

Lola è una gitana che vive nella periferia di Madrid, e ha un sogno: diventare un’insegnante e fuggire da quella che considera una prigione. Lola è diversa, non vuole sposarsi, non vuole essere la donna che bada alla casa e ai figli, le piace conoscere, studiare e spera di emanciparsi da quella vita. Carmen, invece, gitana anche lei, sta per fidanzarsi, e non ha molte aspettative per il suo futuro. L’incontro con Lola le cambierà per sempre la vita.

 

Dalla delicatezza di “Carmen y Lola” si vede e si sente subito che dietro la macchina da presa c’è una donna. Arantxa Echevarria infonde infatti nelle immagini tutte le sensazioni che solo l’amore può dare.

Partendo dalle sequenze dell’incontro tra le due protagoniste, con le inquadrature che si soffermano sui loro sguardi escludendo ogni rumore esterno, proseguendo ogni volta che le ragazze si trovano insieme, in un crescendo che esalta ogni sensazione così da rendere lo spettatore partecipe.

La sceneggiatura è ben bilanciata, con un’ottima distribuzione degli eventi lungo tutta la durata del film che fanno sì che l’attenzione del pubblico resti costante.

Il punto forte della pellicola è però il garbo con cui viene raccontata la storia d’amore tra due giovani donne. Lo sguardo sui corpi nudi mai scomposti, le carezze soavi mai eccessive, la tenerezza di un sentimento scoperto, rifiutato e infine vissuto a pieno fanno dell’opera della Echevarria una parentesi gentile sul tema dell’omosessualità.

“Carmen y Lola” è una visione commovente, piacevole. Una pellicola ricca di spunti di riflessione, che rifugge i luoghi comuni, arricchita dalle interpretazioni sommesse ma intense di Zaira Morales e Rosy Rodríguez, valore aggiunto di un film bello sotto ogni punto di vista.

 

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Concetta Piro
Nata a Napoli, a otto anni si trasferisce in provincia di Gorizia dove si diletta di teatro. Torna nella sua amata città agli inizi del nuovo millennio e qui si diploma in informatica e comincia a scrivere - pensieri, racconti, per poi arrivare al primo romanzo, "Anime". Nel frattempo ha cambiato di nuovo città e scenario, trasferendosi nelle Marche. Oggi conduce per RadioSelfie.it "Lo chiamavano cinema", un approfondimento settimanale sulla settima arte, e scrive articoli sullo stesso tema.

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