Un film di Quentin Tarantino. Con Margot Robbie, Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, Dakota Fanning, Timothy Olyphant. Drammatico, thriller, 161′. USA 2019
Los Angeles, 1969. Sharon Tate, promettente attrice americana e moglie del regista Roman Polanski, è la nuova vicina di casa di Rick Dalton, star della televisione in declino. Dalton condivide la scena con Cliff Booth, stuntman che si è fatto (e rotto) le ossa nei western girati a Spahn Ranch. Controfigura e chauffeur di Dalton, Cliff vive in una roulotte con una cane disciplinato e fedele proprio come lui, che da anni ammortizza le cadute e i rovesci di fortuna dell’amico. L’ultimo di questi costringe Rick e il suo doppio a traslocare dall’altra parte dell’oceano per girare un pugno di spaghetti-western. Sei mesi e una moglie (italiana) dopo, Rick e Cliff tornano a Los Angeles dove li attende la notte più calda del 1969.
È arrivato, signori, è arrivato! Il giorno del film più atteso e chiacchierato del Festival di Cannes, la cui presenza in concorso è stata in dubbio fino all’ultimo. Ovviamente parlo di “C’era una volta a Hollywood” di Quentin Tarantino.
E io, contro ogni catastrofica previsione, sono riuscita ad assistere alla proiezione stampa. Certo, ho dovuto fare qualche sacrificio, ma stranamente le quasi tre ore di fila non mi sono sembrate troppo pesanti. Forse perché già sapevo che ne sarebbe valsa la pena, che poi mi sarei divertita. E così è stato.
All’inizio non si capisce bene dove voglia andare a parare la storia di Tarantino, lo si scopre piano piano. Siamo nel 1969 e seguiamo le vicende sul set e fuori dal set di Rick Dalton (DiCaprio), attore in declino di telefilm Western, e del suo stuntman/autista/amico/
I due bevono parecchio e hanno perennemente una sigaretta tra le labbra, tanto che persino a me sembrava di sentire un fastidioso odore di fumo e alcool stantio intorno. Caso vuole che la villa di Rick sia vicina a quella dove si sono da poco trasferiti Roman Polanski e la moglie Sharon Tate (Robbie), fatto che suscita lo stupore e l’ottimismo dell’altrimenti sconfortato Rick.
Cosa è successo la sera del 9 agosto 1969 nella villa di Polanski è fatto abbastanza noto, quindi si aspetta per tutto il film che arrivi il “momento”, chiedendosi en passant se i due protagonisti avranno un ruolo nella vicenda. Be’… non ve lo dico, ovviamente! Tenete solo presente che dietro la macchina da presa c’è Quentin Tarantino, che ha fatto del mix tra violenza e ilarità uno dei suoi marchi di fabbrica.
Il duo Leo-Brad funziona. Il primo, ossessionato dal tramonto della sua carriera, ci regala degli acuti momenti tragicomici in salsa western. Il secondo, misterioso e sornione, è protagonista di diversi scontri esilaranti. A prima vista i personaggi sono lontani anni luce dai rispettivi interpreti – che abbiamo visto in smoking e molto sofisticati sulla Croisette -: sguaiato uno, manesco l’altro. Perfetti insieme.
La critica si sta dividendo, ma personalmente posso dire che Tarantino ce l’ha fatta anche questa volta. “C’era una volta a Hollywood” non sarà un capolavoro, ma sinceramente non ha deluso le mie (altissime) aspettative.