Un film di Andrea Tagliaferri. Con Fabrizio Falco, Matilde Gioli, Agnese Claisse, Giustiniano Alpi, Lorenzo Gioielli. Drammatico, 75′. Italia 2017

Fratello e sorella spendono la vita in un eterno presente. Insensibili alla morte della madre e ostili al padre, ricco imprenditore separato e risposato, vorrebbero andare via dalla provincia e dalla bruma del fiume ma i soldi che hanno bastano solo fino alla Svizzera. La loro unica speranza è l’eredità materna. Davanti al notaio scoprono però con grande disappunto che la madre ha lasciato tutto all’ex marito. Impugnare il testamento richiederebbe troppo tempo e troppa fatica, decidono allora per il peggio, eliminando chiunque ostacoli il loro insano desiderio.

 

È arrivato anche al 35° Torino Film Festival il film destinato a far discutere, e a suscitare polemiche e critiche prima tra gli addetti ai lavori e poi in sala. Si tratta di “Blue kids”, dell’esordiente Andrea Tagliaferri.

Poteva il vostro inviato non prendere le difese del buon Tagliaferri, visti i giudizi senza appello espressi da tanti colleghi? Ovviamente no. Eccomi, quindi, nel mio amato ruolo di Don Chisciotte per dirvi che questo film non è l’orrore che altri cercheranno di farvi credere.

“Blue kids” è un film coraggioso e innovativo nel panorama cinematografico italiano, che racconta senza mezzi termini quanto la bella gioventù di oggi possa essere priva di scrupoli e di morale, feroce e inumana.

Non sappiamo se gli sceneggiatori abbiano preso spunto da qualche fatto di cronaca specifico per scrivere la sceneggiatura – a me è subito venuto in mente il delitto di Novi Ligure -, ma questa storia cupa e tragica, con protagonisti due fratelli uniti da un legame morboso, non fa altro che mostrare l’anima nera del nostro Paese.

Il film si regge sulle convincenti performance dei due giovani protagonisti, Fabrizio Falco e Agnese Claisse, davvero credibili nel ruolo dei fratelli diabolici e cinici. Soprattutto la seconda (figlia d’arte, sua madre è Laura Morante) dimostra di essere davvero portata per la parte della dark lady.

“Blue kids” regala un lieto fine ai fratelli, e forse lo spettatore potrebbe non essere convinto di questa scelta narrativa. Ma guardando un qualsiasi tg, o leggendo un quotidiano, potrete dire in coscienza che il loro “e vissero per sempre…” sia così irrealistico?

 

Il biglietto da acquistare per “Blue kids”:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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