“Black Panther – Wakanda forever”: l’addio commosso a un vero eroe

Il film di Ryan Coogler manca di grande azione ma ha un ottimo villain e una grande emotività

Un film di Ryan Coogler. Con Angela Bassett, Letitia Wright, Winston Duke, Danai Gurira, Florence Kasumba. Azione, 161′. USA 2022

Re T’Challa è stato colpito da un grave malore e la distruzione dell’erba a forma di cuore causata da Killmonger rende impossibile trovare per lui una cura. Un anno dopo la morte del sovrano, i vari Paesi del mondo si fanno sempre più aggressivi nel tentativo di entrare in possesso del prezioso e potente vibranio, che il Wakanda rifiuta di vendere. Viene scoperto un nuovo possibile giacimento del metallo sul fondo dell’Oceano Atlantico, ma la spedizione internazionale è sterminata da misteriosi uomini dalla pelle blu, capitanati da un re capace di volare: Namor. Questi ritiene che l’interesse dei Paesi di superficie per il suo regno sia colpa della politica del Wakanda, così pretende che siano i wakandiani a neutralizzare la scienziata che ha scoperto come trovare il rarissimo metallo…

 

Sequel diretto da Ryan Coogler del successo rivoluzionario del 2018, diventato un fenomeno interculturale mondiale e candidato all’Oscar come miglior film, “Black Panther – Wakanda forever” si apre con un toccante addio al protagonista del primo film, Chadwick Boseman.

T’Challa (il defunto Boseman, che non vediamo che in rari flashback) muore di una malattia sconosciuta, lasciando la madre, la regina Ramonda (Bassett), la sorella, la principessa Shuri (Wright), e il Regno di Wakanda senza una guida. Come può un regno andare avanti senza il suo re?

“Wakanda Forever” è un efficace ed emozionante addio al primo Black Panther, una riflessione su come sia possibile costruire il proprio futuro sulla base di un passato doloroso ma anche un tassello fondamentale per gli sviluppi futuri della filmografia Marvel.

Coogler e il co-sceneggiatore Joe Robert Cole introducono un’antagonista davvero affascinante, Namor, re di Talokan, un regno sommerso dalle acque, i cui abitanti ricordano visivamente quelli della Pandora di “Avatar”. Tenoch Huerta dà il meglio di sé nelle intense scene di dialogo condivise con Letitia Wright/Shuri. I due personaggi hanno molto in comune, essendo membri di spicco delle rispettive famiglie reali e monarchie.

L’azione vera e propria latita, è vero, ma “Black Panther – Wakanda Forever” è un progetto più grande, più ambizioso e più toccante del suo predecessore. Di più, non sembra solo (l’ennesimo) tentativo di una major di cavalcare l’onda del successo economico e l’apprezzamento dei fan, quanto piuttosto la celebrazione di un’idea, il triste addio a un vero eroe, il proseguo di una storia costruita con una grazie e un’attenzione inaspettate.