La quarta giornata del Bari International Film Festival è stata tutta all’insegna di due grandi personaggi, l’attore Marcello Mastroianni, scomparso ormai vent’anni fa, e il regista Ettore Scala, venuto a mancare di recente.
Al Petruzzelli è stato proiettato “Enrico IV” di Marco Bellocchio (1984), tratto dall’opera di Luigi Pirandello, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. Questo adattamento televisivo rientra nella categoria “la prima visione non basta, riprova una seconda volta e forse capirai qualcosa in più”.
Bellocchio, riprendendo un tema caro a Pirandello, evidenzia come in ognuno di noi sia presente una vena di follia che tendiamo a usare come scudo per difenderci dalla bruttura della quotidianità. Se l’idea di base era ed è interessante nello sviluppo narrativo e scenico, il film perde però subito incisività e ritmo, con il suo sbiadito impianto teatrale. La costruzione su due piani temporali, con frenetici flashback tra passato e presente, non aiuta il pubblico a cogliere il fil rouge della storia.
Claudia Cardinale e il regista Marco Bellocchio hanno poi tenuto una masterclass, per condividere con il pubblico i loro ricordi su Mastroianni e sulla condivisione del set. La Cardinale, che nonostante l’età mantiene intatti fascino ed eleganza, ha ricordato un Mastroianni partner artistico attento e scrupoloso. “Durante la lavorazione del Bell’Antonio s’innamorò di me e cercò di sedurmi – ha ricordato divertita l’attrice – ma inutilmente”.
Bellocchio ha messo invece in evidenza come Mastroianni, nonostante fosse una vera e propria star, sul set si sia comportato sempre da professionista umile, evitando ogni forma di capriccio. “La sua carriera cinematografica deve tanto alle esperienze teatrali precedenti. È anche grazie a quelle se sapeva adattarsi a ogni esigenza di copione”.
Nel pomeriggio si è tenuta la proiezione del film/documentario “Ridendo e scherzando” su Ettore Scola. Un film realizzato come una sorta di chiacchierata, dove il ruolo di intervistatore del maestro è ricoperto, con bravura e ironia, dalla Iena Pierfrancesco Diliberto (Pif).
Lo spettatore non assiste a una classica botta e riposta di stampo giornalistico: a ogni domanda di Pif, infatti, non è Scola in carne e ossa a rispondere ma sono gli spezzoni di vecchie interviste e film.
Una sceneggiatura semplice, lineare e ben scritta; una regia valida che permette allo spettatore di viaggiare nel passato. Un film consigliato a tutti coloro che vogliono entrare nel mondo di Ettore Scola, non solo regista, ma uomo.
Alla fine della proiezione è salito sul palco Pif, per dare il suo personale contributo alla memoria di Ettore Scola. Anche in questo caso non è stata la solita “Conversazione”. Diliberto ha mostrato imbarazzo ed emozione nel parlare del regista, amico da poco tempo, ma punto di riferimento artistico ed esempio morale e d’impegno civile. Pif ha ricordato come Scola fosse un uomo semplice, dotato d’innata modestia sebbene autore di famose sceneggiature.
Sul palco è intervenuta anche Paola Scola, che ha raccontato come per suo padre Pif non fosse un personaggio televisivo, ma il brillante regista e autore del film “La mafia uccide solo d’estate”.
Non è mancato un accenno al nuovo progetto del regista palermitano, “In guerra per amore”, che uscirà nelle nostre sale il 26 ottobre e racconterà lo sbarco degli Americani in Sicilia nel 1943 e lo scellerato patto che questi stipularono con la mafia per ottenere rapida presa sulla popolazione locale, patto le cui conseguenze sono visibili ancora oggi. “Il bene non dovrebbe mai pensare di chiedere aiuto e sostegno al male”, ha commentato a questo proposito Pif.
Dopo l’intenso e vivace scambio di battute con il pubblico, Pif ha ringraziato per l’affetto ricevuto dai presenti e dall’intera città di Bari e ha ricordato anche un altro suo progetto, “Noma”, una App che ricorda le vittime della mafia in Sicilia, aspettando di costruire un vero museo dell’antimafia o della Resistenza.
Ettore Scola, in un passaggio del film “Ridendo e scherzando”, diceva che non si può essere buoni cittadini senza essere onesti, e che non si può fare buona politica senza avere passioni. Vedendo ieri l’intervento di Pif viene anche da pensare che Diliberto sia un degno allievo di Ettore Scola, non solo come regista, ma come cittadino.
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