Un film di Derek Cianfrance. Con Alicia Vikander, Michael Fassbender, Rachel Weisz, Caren Pistorius, Emily Barclay. Drammatico, 133’. 2016
Trattato dal omonimo romanzo di M. L. Steadman
Non poteva certo mancare, in concorso a Venezia 73, il filmone melodrammatico e strappalacrime che farà sognare il pubblico femminile e sbadigliare rassegnato quello maschile. “The light between oceans” di Derek Cianfrance o si ama o si odia, le mezze misure non sono possibili.
Dramma in costume ambientato poco dopo la fine della Prima guerra mondiale, mette in evidenza il cambiamento radicale a cui vanno incontro gli uomini e la società in seguito a un evento bellico di tale portata.
L’ombroso Tom (Fassbender) è un reduce in cerca di pace per fuggire dai demoni della guerra. Di lui si innamora la bella Isabel (Vikander), che accetta di sposarlo e seguirlo su un’isola deserta per diventare i guardiani del faro.
La donna resta incinta due volte, ma in entrambe le circostanze è costretto ad abortire. Devastata dal dolore, quando un giorno giunge sull’isola una scialuppa con all’interno un uomo morto e una neonata convince il marito a non avvertire la polizia, ma a crescere la bambina come fosse figlia loro.
Il sogno di felicità di Isabel dura poco, però. Tom scopre infatti che la madre naturale della bambina (Weisz) la crede morta ed è chiamato a prendere una difficile decisione…
Il film si trasforma alla fine in un melodramma ideologico, che pone anche allo spettatore la spinosa domanda: madre è la donna che partorisce oppure quella che cresce il bambino? Una questione sempre attuale che accende il film, portando il pubblico a seguire le vicende con curiosità.
La pellicola, dilemmi morali a parte, è apprezzabile in quanto non cade troppo nel melenso e nello scontato, grazie anche alle convincenti interpretazioni del cast.
Anche la coppia Fassbender-Vikander è lodevole nello sforzo di non risultare eccessivamente stucchevole o di maniera, ma i dialoghi e la sceneggiatura non permettevano grandi spazi di manovra in questo senso.
Sicuramente degna di una menzione speciale Rachel Weisz, nel delicato e struggente ruolo di una madre naturale che per alcuni versi ricorda la madre biblica di Re Salmone.
Il finale, lungo e costruito appositamente per strappare qualche lacrimuccia a chi guarda, invita lo spettatore a riflettere su come l’amore, se è puro e sincero, risulta più forte di qualsiasi legame di sangue.
Il biglietto da acquistare per “The light between oceans” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio (con riserva); 4)Ridotto; 5)Sempre.