“Antigone”: quando il mito parla il linguaggio contemporaneo

Nahéma Ricci potente e matura nel dramma di Sophie Deraspe su famiglia e immigrazione

Un film di Sophie Deraspe. Con Nahéma Ricci, Rawad El-Zein, Antoine DesRochers, Nour Belkhiria. Drammatico, 109′. Canada 2019

In seguito all’assassinio dei suoi genitori, la giovane Antigone si rifugia a Montreal insieme ai fratelli e alla nonna. Studentessa modello, Antigone è il collante che tiene unita la famiglia. La tragedia deflagra quando suo fratello Étéocle viene ucciso dalla polizia. Motivata dal senso del dovere verso la famiglia e dal ricordo dei genitori, Antigone decide di mettere a repentaglio il suo futuro per proteggere quello della sua famiglia: alla legge dell’uomo, sostituisce il proprio senso della giustizia, fondato sull’amore e sulla solidarietà.

 

Ispirato all’omonima tragedia di Sofocle e ambientato nel presente, “Antigone” di Sophie Deraspe segue la storia di una giovane di origine araba espatriata in Canada da piccola con i fratelli e la nonna. Costretta a scegliere tra il suo futuro e quello della sua famiglia, la protagonista decide di sacrificarsi per coloro che ama.

Nonostante i drammi che la circondano, quella che resta impressa nella mente dello spettatore è l’espressione di Nahéma Ricci, che interpreta Antigone, distaccata e quasi fredda. In un climax che dura tutto il film l’esplosione delle emozioni è solo rimandata.

Molto intimo il lavoro svolto dalla regista Sophie Deraspe insieme all’attrice protagonista, che nonostante sia fresca di accademia dimostra una professionalità e una consapevolezza della sua recitazione molto mature.

Di Antigone – donna che ha il coraggio, da sola, di opporsi alle leggi ingiuste dello Stato, nonostante i rischi, per amore della propria famiglia – non ne è esistita soltanto una, ma molte, nel corso della storia. Un mito che, nonostante il passare dei secoli, non perde la sua contemporaneità. E che parla al cuore di ognuno di noi.