“Angel face”: la solitudine di una madre e una figlia a confronto

Marion Cotillard protagonista dell'opera prima di Vanessa Filho insieme all'esordiente Ayline Etaix

Un film di Vanessa Filho. Con Marion Cotillard, Alban Lenoir, Amélie Daure, Ayline Etaix. Drammatico, 109′. Francia 2018

Elli ha otto anni. Non ha mai conosciuto suo padre e vive con la madre, Marlene, in una cittadina francese sul mare. Marlene cerca di venire a patti con il suo ruolo di madre ma, al contempo, non riesce a controllare il suo bisogno di avere un uomo accanto. Quando pensa di avere trovato quello giusto si allontana dalla figlia che si ritrova da sola e cerca un adulto di cui potersi fidare.

 

Avviso agi spettatori: è vivamente sconsigliata la visione di “Angel face” a tutti quei figli o figlie che hanno avuto o hanno tutt’ora un rapporto travagliato e complesso con la propria madre. Vederlo, infatti, potrebbe rivelarsi come la classica goccia che fa traboccare il vaso o se volete la miccia che scatena la tempesta di fuoco.

Nonostante non possa definire un successo l’esordio alla regia di Vanessa Filho, si tratta sicuramente di una pellicola che non lascia indifferenti. La piccola Elli, la faccia d’angelo del titolo, e la madre Marlene (Cotillard) vivono due solitudini, diverse e terribili.

La bambina cerca un gesto d’affetto, una carezza, qualcuno che si prenda cura di lei – tanto da legarsi a Julio, giovane gestore di una giostra, fino al punto di convincersi che potrebbe essere il padre mai conosciuto. Marlene, dal canto suo, cerca qualcuno che la ami, un punto fermo.

“Angel face” aveva tutte le potenzialità per essere un progetto emotivamente e artisticamente di valore, ma purtroppo solamente in parte le buone premesse si concretizzano in fase di scrittura e messa in scena.

Presi singolarmente i personaggi di Marlene, Elli e Julio hanno una certa profondità e solidità, anche per merito delle ottime interpretazioni del cast dove spicca l’esordio della giovane Ayline Etaix, talentuosa e convincente.

Le criticità emergono quando i personaggi sono costretti a coesistere sulla scena e a relazionarsi tra di loro, rendendo evidente l’assenza di un fil rouge che dia chiarezza a una trama confusa e approssimativa.

Manca una visione d’insieme nella storia, e forse questo si deve anche alla brava ma inesperta regista, Vanessa Filho, che si cimenta con un progetto davvero ambizioso.

In ogni caso “Angel face” è un film da vedere, se si desidera magari esorcizzare i propri demoni familiari, guardandoli attraverso il malinconico sguardo di Elli.

 

Il biglietto da acquistare per “Angel face” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.