Un film di Francesco Patierno. Con la voce di Benedict Cumberbatch. Documentario, 85’. 2016
Tratto dall’omonimo libro di memorie di Norman Lewis, militare di stanza a Napoli alla fine della Seconda guerra mondiale.
Vedi Napoli e poi muori è un’affermazione attribuita al filosofo tedesco Johann Wolfgang Goethe, ma chiunque sia stato almeno un giorno nella città partenopea non può non farla sua.
Napoli affascina, strega, conquista con i suoi colori, i difetti, le contraddizioni, con la caotica bellezza dei suoi paesaggi e la simpatia travolgente dei suoi abitanti.
Un italiano qui si sente quasi straniero, fatica ad ambientarsi, immaginate cosa possa aver provato uno straniero vero, un soldato inglese in missione durante lo sbarco degli Alleati nel 1943.
“Naples ‘44” racconta la storia vera di Norma Lewis, che parlò nelle sue memorie, a cui il documentario si ispira, della sua permanenza a Napoli e della struggente e intensa storia d’amore tra lui e la città.
Il regista Francesco Patierno immagina che Lewis, divenuto dopo la guerra un affermato scrittore, torni tanti anni dopo nella città che lo sedusse e lo conquistò per un visionario amarcord fatto di continui flashback tra i luoghi del presente che l’inglese ripercorre e le storie del passato di cui questi luoghi sono stati protagonisti.
E così, tra signore in cappello piumato che mungono capre tra le macerie, statue di santi preposti da una folla in deliquio a fermare l’eruzione, professionisti in miseria che sopravvivono impersonando zii romani ai funerali, gli 80’ di film propongono una sequenza di personaggi e racconti indimenticabili.
La voce narrante di questo viaggio nella memoria e soprattutto nel cuore e nell’anima di Napoli appartiene all’attore inglese Benedict Cumberbatch che fin dalle prime battute, con il suo calore e la sua intensità, conquista lo spettatore portandolo dentro lo schermo e facendolo sentire nella Napoli in bianco e nero del ‘44.
La scelta drammaturgica e registica di alternare immagini di repertorio e immagini di film famosi, ad esempio quelli interpretati da Totò o Marcello Mastroianni, convince solamente in parte. Le scene cinematografiche, più divertenti e frizzanti, mettono infatti in ombra le altre.
La voce di Cumberbatch, per quanto bella di per sé, non si fonde con le immagini e finisce per allontanare lo spettatore da ciò che passa sullo schermo.
Patierno commette l’errore, provando a raccontare l’essenza di Napoli, di mettere troppi elementi dentro il calderone creando così, permettetemi l’immagine culinaria, una zuppa che non ha un’identità precisa, che piaciucchia ma non soddisfa completamente la fame del pubblico.
Sarebbe stato opportuno, tra le altre cose, asciugare il documentario di qualche scena e renderlo più ritmato e meno celebrativo e retorico in alcuni spezzoni.
“Naples ‘44” ha sicuramente il merito di confermare il talento, anche se solo vocale, di Benedict Cumberbatch (a questo proposito vi consiglio di vedere il film in lingua originale), ma dopo averlo visto viene più da pensare “Vedi Napoli e poi… fai la tua vita”.
Il biglietto da acquistare per “Naples ‘44” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio (con riserva); 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.