“Addio fottuti musi verdi”: i The Jackal sdogana il nerd-trash al cinema

Fantascienza in salsa napoletana per i mattatori di YouTube, tra alieni e improbabili datori di lavoro

di Pasquale De Carlo

 

Un film di Francesco Capaldo. Con Ciro Priello, Beatrice Arnera, Simone Ruzzo, Fabio Balsamo, Alfredo Felaco. Commedia, 93’. Italia, 2017

Data di uscita italiana: 9 novembre 2017

Ciro è un grafico che non riesce a trovare impiego stabile e ospita spesso in casa gli amici Fabio e Matilda, i quali litigano così costantemente che Ciro non riesce a dichiarare a Matilda i suoi sentimenti, nemmeno mentre lei sta per partire per l’estero in cerca di fortuna. Ciro è inoltre il dirimpettaio di sua madre, che lo controlla dalla finestra di fronte e lo rifornisce di manicaretti perché non diventi “sciupato”. Tutto cambia quando, per accontentare Fabio, manda il curriculum a un sito che promette di diffonderlo nello spazio. La notte stessa viene rapito dagli alieni e, superato lo shock iniziale, scopre che questi hanno davvero bisogno di un grafico. Gli extraterrestri hanno però anche una ragione più sinistra per stazione così in prossimità al nostro

 

Non dirmi quello che non posso non fare!, direbbe il leggendario tenente Ruzzo con dominante arroganza. Sì, perché ormai lo avrete capito: i The Jackal possono, quasi, tutto e ll loro primissimo lungometraggio, “Addio fottuti musi verdi”, presentato ad Alice nella città, ne è la prova.

La commedia che racconta le incredibili avventure di Ciro (Priello), un grafico plurilaureato e ultraspecializzato, che in una Napoli dal “Kitammuorto” spontaneo, come direbbe De André, ha provato “cento concorsi e duecento ricorsi” ed è ancora costretto, alla soglia dei trenta, ad arrangiarsi in una friggitoria cino-napoletana e a farsi fare i panni da mammà. Frustrato, decide di inviare un curriculum agli alieni.

Il miracolo di San Gennaro si avvera quando gli extraterrestri decidono di offrirgli un contratto a tempo indeterminato presso una sede intergalattica. Ma quando il Priello scopre che il suo capo è stato incaricato da Dio di distruggere la Terra, chiama a raccolta i suoi amici: Fabio (Balsamo), il mago dei “prediciottesimi” dall’anima nerd, e Matilda (Arnera), una “friendzonatrice” seriale dalle cui labbra Ciro penzola come un gibbone fra le liane.

Dopo aver testato il funzionamento dei fucilozzi disintegra-alieni su un parcheggiatore abusivo del Vomero, i tre partono per salvare il pianeta.

Sono queste le premesse di un film esilarante che fonda la sua originalità comica sulla perfetta integrazione di napoletanità in stile Jackal e la fantascienza, con una spolveratina di neomelodico trash che non fa mai male. La parte vrenzola del DNA sciacallo si concilia così con la loro anima nerd.

Nella pellicola si ritrovano, perfettamente incastonate come gemme, scene liberamente ispirate a video come “Lost in Google” , “Vrenzole” , “The Parker” , “Gli effetti di Gomorra sulla gente” e anche al cortometraggio “Trent’anni”.

I tempi e il ritmo delle colorata gestualità slapstick di Ciro Priello fanno risaltare ancor di più la dimessa comicità di Fabio Balsamo, che ricorda moltissimo la perplessa ironia insicura di Massimo Troisi. D’altronde questo sodalizio aveva già mostrato tutto il suo potenziale negli episodi degli “Effetti di Gomorra”.

Fin qui si parla di tutte cose che già sappiamo, ma il valore aggiunto è lo straordinario talento di Francesco Capaldo che alla regia dimostra di essere formidabile anche sul grande schermo. Per non parlare poi della qualità eccelsa degli effetti speciali, che i video maker napoletani avevano già dimostrato di saper sapientemente gestire.

In ultima analisi, “Addio fottuti musi verdi” è un film da vedere al cinema e da rivedere a casa, davanti a “Deux frittur”, “ tete a tete”, “pesc e ‘pesc”.

 

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