Un musical di Paul Balke, tratto dall’omonimo film della Paramount Pictures, adattamento libretto e canzoni originali. In scena al teatro Sistina di Roma fino al 15 Novembre.
Regia di Luigi Russo. Con Serena Autieri, Paolo Conticini, Laura Di Mauro, Gianluca Bessi, Fabrizio Giannini, con la partecipazione straordinaria di Fioretta Mari.
Anche il più verace e convinto leghista avrà visto almeno una volta il film “Vacanze romane” di William Wyler e avrà dovuto ammettere, fosse solo a se stesso, che Roma, nonostante tutti i suoi difetti e i punti oscuri, è capace di regalare emozioni uniche.
La pellicola in bianco e nero, datata 1953, ha fatto la storia del cinema, facendo sognare milioni di spettatori in tutto il mondo, grazie anche alla dolcezza e bravura di Audrey Hepbrun e al fascino di Gregory Peck.
Una Cenerentola al contrario, una favola senza tempo che è entrata a ragione nella galleria degli ever green, e ha fatto la fortuna della Vespa.
Difficile, se non impossibile, fare di meglio e altrettanto arduo cercare di ripresentare in scena la stessa magia nata su quel set. Dieci anni fa, invece, Massimo Ghini e Serena Autieri riuscirono nell’impresa a teatro. Critici e pubblico furono entusiasti della messa in scena.
Non avendo avuto la possibilità di vedere all’epoca la rappresentazione, ho deciso di colmare la lacuna. Serena Autieri torna nel ruolo della principessa Anna, Paolo Conticini invece veste i panni di Gianni, squattrinato e romantico reporter del Messaggero.
La trama è nota ai più. Siamo a Roma, negli anni ’50. La principessa Anna, stanca di seguire il rigido protocollo di corte imposta dalla Contessa (Mari), decide di concedersi una vacanza e di scappare da palazzo. Dopo la fuga, Anna incontra Gianni, un reporter che scoperta la vera identità della ragazza e il potenziale scoop si offre di diventare il suo Cicerone tra le bellezze della città eterna. I due passano insieme un’intera giornata, incontrando personaggi come Otello (Giannini), socio e fraterno amico di Gianni, e la sua ragazza Francesca (Di Mauro).
Voglio essere chiaro fin dall’inizio, in questa recensione. A mio avviso la scelta di rinnovare il linguaggio, lo stile narrativo e le musiche non bastano a salvare lo spettacolo. Prescindendo dall’originale cinematografico, questa versione teatrale non regge il confronto nemmeno con il precedente spettacolo.
La coppia Autieri-Conticini è debole, compassata, senza carisma, trasmette assai poche emozioni rispetto alla coppia Ghini-Autieri.
La stessa protagonista, pur evidenziando qualità canore davvero notevoli che non la fanno sfigurare da quel punto di vista, ha evidentemente peccato di vanità. Seppure sia oggi una bella donna, che porta in modo magistrale i suoi trentanove anni, è ormai fuori ruolo per interpretare la giovane Anna. Ha perso la freschezza e la luminosità che solo la gioventù può dare. Il buon talento recitativo non è sufficiente a coprire oggettivi limiti anagrafici e fisici. Da questo deriva una performance poco naturale, di maniera, che non riesce a coinvolgere.
Paolo Conticini, nonostante l’impegno, mostra da parte sua grandi limiti sul palco. La sua prova è sbiadita e piatta, oltre tutto l’attore appare legato nel ballo e modesto nel canto.
Le musiche e le canzoni, nel complesso, sono orecchiabili, ma mancano acuti creativi e artistici degni di nota. La regia è ordinaria, pulita, precisa ma poco convincente nel dare una sua impronta allo show.
Meritano una menzione Laura Di Mauro e Fabrizio Giannini, per le doti canore e la verve comica data ai personaggi. Le loro scene sono una delle cose migliori di uno show lungo, con un ritmo narrativo spesso deficitario e balbettante.
Fare una vacanza da sogno, innamorarsi di uno sconosciuto, emulare il tema di “Vacanze Romane”, sono desideri ricorrenti. Speriamo solo che, per sognare, nessuno prenda a modello quest’ultima versione della fortunata storia.