A teatro | Per Ofelia

di Ambra Azzoli

Uno spettacolo teatrale scritto e diretto da Mirko Di Martino. Con Stella Egitto, Orazio Cerino

Scenografia Emanuela D’Agnese | costumi Annalisa Ciaramella | aiuto regia Angela Grimaldi | assistente alla regia Federica Amendola | produzione Roberto Sapienza

Per Ofelia“, scritto e diretto da Mirko Di Martino, che ha debuttato il 30 marzo al teatro TRAM di Napoli, è uno spettacolo dal sapore dolce-amaro, una commedia romantica e drammatica allo stesso tempo, con piccoli assaggi di comicità.

La storia dei due protagonisti si intreccia con i personaggi creati dal grande Shakespeare.

Due attori si ritrovano sul palco a provare lo spettacolo “Per Ofelia”, il giorno prima del debutto. Lei (Stella Egitto) torna a calcare il palcoscenico teatrale dopo un periodo di fama ottenuta lavorando in tv. Lui (Orazio Cerino) il teatro lo conosce bene, provenendo dall’off, e spera che questo nuovo spettacolo possa essere un trampolino di lancio per la sua carriera.

Stella Egitto e Orazio Cerino in scena. @Pepe Russo

I due, però, non sono solo semplici colleghi, ma anche ex fidanzati. Le loro strade, inizialmente vicine, si sono separate per dare spazio ognuno alle proprie ambizioni, e questo ha portato alla fine della relazione.

Così come l’amore tra i due attori, anche quello tra i letterari Ofelia e Amleto si è concluso. Stando a quanto scritto da Shakespeare nella sua tragedia, il principe rinnegò i suoi sentimenti verso la bella fanciulla, per non coinvolgerla nelle meschine trame della sua famiglia.

Quattro personaggi, quindi, per due storie che si intrecciano e entrano l’una dentro l’altra.

Stella Egitto e Orazio Cerino in scena. @Pepe Russo

“Per Ofelia” è un dramma sentimentale, che però grazie alla penna di Mirko Di Martino, regista e autore, acquisisce note contemporanee. A scene più drammatiche e romantiche si alternano battute moderne e divertenti.

Uno spettacolo riuscito, grazie anche alla performance dei protagonisti, Stella Egitto e Orazio Cerino, capaci di sdoppiarsi e interpretare due personaggi differenti, tirando fuori una miriade di emozioni, passando dalla rabbia alla gioia, fino alla tristezza, senza però uscire mai troppo dagli schemi.

Un’interpretazione che pensiamo avrebbe apprezzato persino lo stesso Shakespeare.