Un film di Lynne Ramsay. Con Joaquin Phoenix, Ekaterina Samsonov, Alessandro Nivola, Alex Manette, John Doman. Drammatico, 95’. USA, Francia, 2017
Joe (Phoenix) è un veterano di guerra, sopravvissuto anche a molte altre battaglie. A casa lo aspetta solo la madre anziana a malata. In una New York desolata e piena di segreti, Joe fa il mercenario per chi vuole liberarsi di nemici pericolosi ma non ne ha l’abilità o il coraggio. Il suo ultimo incarico è quello di sottrarre Nina, la figlia preadolescente di un politico locale, a un giro di prostituzione minorile.
È arrivata, alla fine ma inevitabilmente, la madre di tutti gli incubi per chi scrive di cinema per lavoro o per semplice passione. Sto parlando di quel film talmente particolare, stravagante, assurdo ma allo stesso ipnotico e magnetico, magari per merito dell’interpretazione eccelsa del protagonista, che costringe l’articolista a porsi un dubbio lacerante: film cult o cagata pazzesca?
“A beautiful day” di Lynne Ramsay, presentato in concorso al Festival di Cannes 2017, rientra a pieno titoli nella categoria.
Dopo che l’ultima immagine è passata sullo schermo resti sulla poltroncina per lunghi minuti, riflettendo su ciò che hai visto e credi d’aver capito di una trama semplice, scarna, con pochi e asciutti dialoghi, ma dove al contempo ogni gesto e parola hanno una valenza simbolica, onirica, metaforica.
Non si tratta di un film per tutti, e probabilmente non diventerà nemmeno un blockbuster campione d’incassi al botteghino. Però è capace di catturare e quasi stordire lo spettatore, portandolo dentro una storia dove il confine tra sogno e realtà semplicemente non esiste.
Joaquin Phoenix regala una performance all’altezza del suo talento e della sua esperienza, confermando di essere un artista poliedrico e camaleontico e di possedere una fisicità e una sensibilità forti, indispensabili per rendere indimenticabile il personaggio di Joe.
Lynne Ramsay ha dato prova di essere una regista di talento, visionaria, creativa, abile nel raccontare le pene dell’animo umano attraverso un film che suscita nel pubblico emozioni forti e intense, opposte tra loro. Una regia di forte personalità e impatto visivo.
Allo spettatore medio lascio il compito di stabilire in quale categoria inserire “A beautiful day”. Cult o disastro? Io personalmente non sono riuscito a decidere.
Il biglietto da acquistare per “A beautiful day” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.