“40 sono i nuovi 20”: una commedia leggera sulle seconde possibilità

Hallie Meyers-Shyer, all'esordio, dirige Reese Witherspoon in una storia positiva sul rimettersi in gioco

Un film di Hallie Meyers-Shyer. Con Reese Witherspoon, Pico Alexander, Nat Wolff, Jon Rudnitsky, Michael Sheen. Commedia, 96′. USA 2017

Alice festeggia il suo 40esimo compleanno nella sontuosa villa di Los Angeles appartenuta al padre, celebre regista e sceneggiatore negli anni Settanta. Il suo ritorno alla casa paterna, dopo molti anni passati a New York, è dovuto alla separazione dal marito Austen, discografico in carriera con poco tempo per la moglie e le due figlie, che infatti seguono la madre in California mentre l’ex marito resta nella Grande Mela. Alice mantiene un buonumore di facciata e cerca di inventarsi un lavoro come arredatrice, ma è spaventata a morte, e il compleanno non fa che ricordarle che non è più una ragazzina.

 

Opera prima di Hallie Meyers-Shyer, figlia della più nota Nancy Meyers (L’amore non va in vacanza, È complicato, Lo stagista inaspettato) qui nelle vesti di produttrice, “40 sono i nuovi 20” è una commedia immediata sulle seconde possibilità e sulla possibilità di cambiare la propria vita, anche dopo i trenta.

Alice (Witherspoon) è appena stata lasciata dal marito (Sheen) e con le due figlie si è trasferita a Los Angeles, nella casa dove è cresciuta. Il giorno del suo quarantesimo compleanno accetta di festeggiare l’ingresso negli “anta” con le amiche, in un locale dove l’aitante Harry (Alexander), aspirante regista ventottenne, non può fare a meno di notarla e corteggiarla.

Chi si aspetterebbe, però, che l’avventura di una notte si trasformasse in un’improbabile convivenza non solo con Harry, ma anche coi suoi squattrinati migliori amici e compagni d’arte Teddy (Wolff) e George (Rudnitsky)?

Facendo della Witherspoon il perno principale intorno cui si snodano le disavventure quotidiane, “40 sono i nuovi 20” soffre, prima di tutto, del titolo italiano forviante. L’originale “Home Again”, riferito alla volontà di Alice di tornare nella città natale per riscoprire le sue origini e ricominciare da zero, è sicuramente più coerente con il contenuto del film.

Alice è inizialmente insicura di sé e del suo futuro, che entra in crisi nel momento in cui compie gli anni. Dietro tale fragilità si nasconde però una donna forte che trova la forza di rimettersi in gioco.

La pellicola è, dunque, un prodotto meno superficiale di quanto ci si aspetterebbe, con un messaggio positivo e incoraggiante condito anche da qualche momento divertente. Peccato che, a un ritmo iniziale sostenuto da dialoghi scorrevoli e da sequenze in cui il sentimento avvolge senza divenire mai retorico, segua una seconda parte che si dipana in modo più scontato dirigendosi verso l’epilogo più probabile.

“40 sono i nuovi 20”, comunque, è un piacevole invito a non tirarsi indietro di fronte alle sfide quotidiane, una scommessa a rimettersi in gioco e un appello a cercare la felicità prima di tutto in noi stessi e poi negli altri.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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