Pochi romanzi contemporanei hanno influenzato l’immaginario collettivo quanto “IT” di Stephen King. Horror e storia di formazione, ha ispirato un film in due parti e una serie televisive ma soprattutto ha portato alla ribalta la figura del pagliaccio killer Pennywise.
Nell’immaginario collettivo IT è la storia di un pagliaccio killer che terrorizza e uccide i bambini attirandoli nella sua trappola grazie al celeberrimo palloncino rosso, ma in realtà la trama del libro che ha dato origine al mito è molto più complessa e nasconde dei segreti.
Ecco 10 curiosità poco note sul romanzo. Per morire di paura con cognizione di causa.
1. IL RACCONTO È ISPIRATO A UNA FIABA NORVEGESE
Stephen King ha dichiarato in diverse occasioni di essersi ispirato alla fiaba norvegese “The Three Billy Goats Gruff”. Pubblicata per la prima volta a metà dell’800, racconta la storia di tre capre che devono attraversare un ponte sotto cui vive un malvagio troll. Questo divora chiunque cerchi di passare, ma le capre lo battono con l’astuzia. «Ho trasformato il ponte in una città intera – ha raccontato King – e ho provato a immaginare cosa accadesse lì sotto…».
2. STEPHEN KING HA IMPIEGATO 4 ANNI PER SCRIVERE “IT”
Produttore seriale di bestseller, King ha pubblicato nel biennio 1986-87 quattro dei suoi più grandi successi: “IT”, “Misery”, “Gli occhi del drago” e “Le creature del buio”. Scrittura di getto? In realtà “IT” ha richiesto per quattro anni per la stesura finale, segno della complessità della trama.
3. “IT” È IL SECONDO LIBRO PIÙ LUNGO DI STEPHEN KING
Con le sue 1138 pagine – e quasi 2 kg di peso – “IT” è secondo per lunghezza, nella produzione di King, soltanto a “L’ombra dello scorpione” (The Stand, 1978), 1153 pagine.

4. LA SCENA PIÙ CONTROVERSA DEL LIBRO NON PUÒ ESSERE PORTATA AL CINEMA
C’è una scena nel romanzo che da sempre fa parlare. I ragazzi del Club dei perdenti hanno 11-12 anni e si trovano sperduti nelle fogne della loro città dopo aver cercato invano Pennywise. Per uscire da quell’inferno i tre maschi fanno sesso a turno con Beverly, l’unica femmina del gruppo. «Non pensavo alle implicazioni sessuali della scena, quando l’ho scritta, – ha dichiarato l’autore. – L’atto era l’esemplificazione del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Oggi però i tempi e i riferimenti culturali sono cambiati, e una scena del genere non è più pensabile, creerebbe ancora più scandalo e sarebbe censurata.»
5. “IT” È STATO SCRITTO SOTTO L’EFFETTO DI DROGHE PESANTI
Stephen King in passato ha fatto ampio uso di droghe e alcol. Ha lui stesso dichiarato di avere abusato di sostanze dal 1978 al 1986. La sua produzione non ha sofferto di questi eccessi, tutt’altro.
6. IT TORNA OGNI 27 ANNI – E IL NUOVO FILM È USCITO A 27 ANNI DALLA MINISERIE
Nel libro, la creatura conosciuta come IT non è un pagliaccio, o meglio, non è solo un pagliaccio. Si tratta di un essere maligno che assume diverse forme, a seconda delle paure di chi lo incontra, e che torna a seminare il panico nella cittadina di Derry ogni 27 anni. Sarà una coincidenza dovuta ai ritardi nella produzione o una trovata pubblicitaria che il nuovo film sia uscito a 27 anni esatti dalla miniserie, datata 1990?
7. DERRY È LA CITTÀ DI BANGOR, NEL MAINE, DOVE KING HA VISSUTO
Stephen King ha dichiarato che Derry, la città dove è ambientato il romanzo, è la trasposizione di Bangor, dove lui e la moglie hanno vissuto dal 1979. Fu King a insistere per trasferirsi nel Maine, perché sentiva che quello era l’ambiente giusto per scrivere il suo grande romanzo, la storia che avrebbe raccontato delle sue paure di bambino e della fiaba delle tre capre.
8. DA BAMBINO KING AVEVA PAURA DEI PAGLIACCI
In “IT” King ha voluto fondere più creature mostruose. E cosa c’è di più spaventoso per i bambini – lui compreso – dei pagliacci?
9. L’INCONTRO CON RONALD MCDONALD
Stephen King, in un’intervista del 2005, ha raccontato il suo incontro con il clown Ronald McDonald, uno dei simboli della catena di fast food americana. «Pensa che se l’aereo dovesse cadere, morirò accanto a un pagliaccio, che fine tragica!» disse in quell’occasione lo scrittore al suo vicino di posto.
10. STEPHEN KING CONSIDERA “IT” LA SUA TESI DI LAUREA IN HORROR
King è – e già lo era ai tempi di “IT” – considerato il maestro indiscusso dell’horror contemporaneo. Eppure non riusciva a spiegare a parole cose lo spingesse a scrivere questo tipo di romanzi. Fu grazie a “IT” che trovò la sua strada. «Ho pensato che dovessi scrivere una sorta di Tesi di laurea in horror mettendo insieme tutte la paure dei bambini in un unico mostro, – ha spiegato. – Per farlo ho scelto di raccontare la mia storia come se fosse una fiaba, ambientata in una città maledetta e magica dove le cose accadono e nessuno se ne accorge».