di Ilaria Grasso
Considerato da più parti il padre del genere fantasy, i suoi romanzi – in primis “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit” – sono famosi in tutto il mondo e hanno dato il là ad adattamenti cinematografici di grande successo, di cui non necessariamente lui sarebbe stato fiero.
Forse siete tra quelli che considerano John Ronald Reuel Tolkien uno di famiglia, eppure non si finisce mai di imparare su personaggi di questa levatura, che hanno fatto la Storia oltre ad aver scritto grandi libri.
Riprendendo un pezzo di Mentalfloss, vediamo insieme 10 curiosità che forse non conoscete su Tolkien.
1. ERA UNA PERSONA TEATRALE
Linguista ed esperto di letteratura inglese, Tolkien è stato professore all’Università di Oxford dal 1925 al 1959. Era un insegnante instancabile, che teneva dalle 70 alle 136 lezioni all’anno – quando il suo contratto ne avrebbe richieste soltanto 36. Ma la cosa più interessante è il modo in cui insegnava. Sebbene in pubblico fosse riservato e silenzioso, Tolkien non era il tipico professore, quando si trovava in classe e nel campus. Una volta si presentò a una festa travestito da orso polare, inseguì un vicino vestito da guerriero anglosassone con tanto di ascia e lasciò in pegno la sua dentiera come pagamento a un negoziante. Come disse uno dei suoi allievi: “Era capace di trasformare una sala conferenze in una giungla”.
2. CONSIDERAVA I SUOI LETTORI ECCENTRICI
Tolkien si considerava uno studioso prima che uno scrittore. “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli” erano principalmente il suo tentativo di creare una mitologia, e il loro successo lo colse quasi impreparato. In effetti passò molti anni a respingere, criticare e distruggere tutti gli adattamenti dei sui libri che secondo lui non catturavano l’essenza della sua missione. Era altrettanto scettico sugli appassionati dei suoi fantasy, che considerava incapaci di apprezzarne veramente il valore, e quasi sicuramente sarebbe rimasto sconvolto da cosplay vestiti come Legolas.
3. AMAVA IL SUO LAVORO
Per Tolkien, scrivere romanzi era semplicemente un hobby. Le opere che considerava davvero importanti erano quelle erudite, tra cui un saggio dedicato alla figura di Beowulf, una traduzione di “Sir Gawain e il cavaliere verde” e un vocabolario.
4. ERA PIUTTOSTO ROMANTICO – E LA SUA LAPIDE LO DIMOSTRA
A 16 anni, Tolkien si innamorò di Edith Bratt, di tre anni più grande di lui. Il suo tutore, un prete cattolico, sconvolto dal fatto che il suo protetto vedesse una Protestante, gli ordinò di cessare ogni contatto con lei finché non avesse compiuto i 21 anni. Tolkien obbedì, struggendosi per Edith per anni fino a quel fatidico giorno, in cui poté rincontrarla sotto un viadotto. La donna ruppe il fidanzamento con un altro uomo, si convertì e i due si sposarono – e restarono insieme per tutta la vita. Secondo le indicazioni lasciate dallo stesso Tolkien, sulla loro lapide sono incisi i nomi “Beren” e “Luthien”, un riferimento a una famosa coppia di amanti sfortunati del suo mondo di fantasia.
5. L’AMICIZIA CON C. S. LEWIS NON FU TUTTA ROSE E FIORI
Clive Staples Lewis (autore delle “Cronache di Narnia”, ndr), suo compagno a Oxford, viene spesso considerato come il migliore amico e il confidente più intimo di Tolkien. In realtà la loro amicizia aveva attraversato altri e bassi. Inizialmente i due erano molto vicini, tanto che la moglie di Tolkien, Edith, era gelosa. Ma poi il loro rapporto si raffreddò, probabilmente anche per via delle inclinazioni anti-cattoliche di Lewis e della sua vita scandalosa (in quel periodo aveva una storia con un’americana divorziata). Anche se non sarebbero mai più stati vicini come un tempo, Tolkien si pentì del loro allontanamento. Alla morte dell’amico, scrisse in una lettera alla figlia: “Finora mi sono sentito come un vecchio albero che sta perdendo tutte le foglie, una per una. Adesso è come se un colpo di ascia mi avesse spezzato anche le radici”.
6. AMAVA FONDARE CLUB
Be’, avete presente le attività extra-curricolari? Sembra che ovunque sia andato, Tolkien sia stato coinvolto nella creazione di circoli letterari e scolastici. Quando insegnava all’Università di Leeds, ad esempio, ha fondato il Viking Club; a Oxford è stato l’ispiratore di Inklings, un gruppo di discussione letteraria.
7. SAPEVA IL FATTO SUO, IN TEMA DI GUERRA
Tolkien era un veterano della Prima guerra mondiale, dove servì come seconde tenente nell’11° battaglione della Forza di Spedizione Britannica in Francia. Prese anche parte ad alcuni dei più sanguinosi combattimenti di trincea dell’intera guerra, tra cui la battaglia della Somme. Le privazioni che Frodo e Sam affrontano sulla strada per Mordor potrebbero aver avuto origine proprio dalle esperienze di quel periodo, durante il quale contrasse una forma di febbre cronica che lo costrinse a rientrare in patria prima del tempo. In seguito avrebbe raccontato che quasi tutti i suoi amici più cari erano morti durante le ostilità, dandogli una grande consapevolezza delle tragedie del mondo – che riverbera anche nella sua scrittura.
8. HA INVENTATO UNA LINGUA PER DIVERTIRSI
Filologo di mestiere, Tolkien ha mantenuto in allenamento la mente inventando nuove lingue, molte delle quali – come ad esempio l’Elfico – ha poi usato nei suoi libri. Ha anche scritto canzoni e poesie nelle sue lingue fittizie. Inoltre, Tolkien ha lavorato alla ricostruzione di lingue scomparse come il Gallese medievale. La poesia “BagmÔ BlomÔ potrebbe essere il primo componimento originale scritto in goto in oltre un millennio.
9. HA PUBBLICATO PIÙ OPERE DA MORTO CHE DA VIVO
La maggior parte degli autori deve accontentarsi delle opere che pubblica durante la vita, ma questo discorso non vale per Tolkien. I suoi appunti e le sue note, così come i manoscritti inediti, sono stati modificati, rivisti, ampliati e pubblicati in decine di volumi dopo la sua morte, la maggior parte a opera del figlio Christopher. L’opera postuma più famosa è sicuramente “Il Silmarillion”, ma tra le altre figurano “Racconti incompiuti”, “I figli di Húrin” e “La leggenda di Sigurd e Gudrún”.
10. ERA UN CONVINTO OPPOSITORE DI HITLER E DEL NAZISMO
Gli scritti di Tolkien sulla storia antica, la lingua e la cultura germanica erano molto popolari tra l’élite nazista, ossessionata dal mito dell’antico splendore teutonico. Ma Tolkien era disgustato da Hitler e dal suo partito, e non ne fece mai mistero. Prese in considerazione l’idea di impedire la traduzione dello Hobbit dopo che l’editore tedesco, in conformità alle leggi vigenti, gli chiese di dimostrare che era “ariano”. Invece, Tolkien rispose, tra le altre cose, che era rammaricato di non poter vantare antenati ebrei. I suoi sentimenti emergono anche da una lettera scritta al figlio: “Provo un risentimento feroce in questa guerra – che probabilmente mi renderebbe un soldato migliore adesso, a 49 anni, di quanto sono stato a 22 – contro quell’Adolf Hitler, che ha traviato e rovinato quello spirito nordico che tanto ha contribuito alla grandezza dell’Europa e che io ho sempre cercato di mostrare sotto la luce migliore”.