Un film di Alex Smith, Andrew J. Smith. Con Matt Bomer, Bill Pullman, Josh Wiggins, Alex Neustaedter, Lily Gladstone. Avventura, 97’. USA, 2017

Tratto dal racconto omonimo di David Quammen

 

Se esistesse un manuale con consigli pratici su come vivere e talvolta ricomporre il rapporto contrastato tra padre e figlio, il suo autore avrebbe la pensione assicurata.

Aspettando il prezioso testo, larga parte degli uomini deve rassegnarsi a vivere, prima in una vesta, poi nell’altra, situazioni delicate, insidiose, turbolente.

Perché diciamolo, per quanto i rapporti con il genitore possano essere buoni – devono esistere casi del genere, è la legge dei grandi numeri! -, nessun ragazzo potrà diventare adulto senza entrare almeno una volta in contrasto o in competizione con la figura paterna.

“Walking out” dei fratelli Smith, presentato in concorso nella sezione Generator +13 del Giffoni Film Festival, racconta l’ennesimo rapporto conflittuale padre-figlio, ma inserendolo in un contesto originale come può esserlo una gelida foresta del Montana.

Il 14enne David (Wiggins) arriva all’aeroporto durante una fitta nevicata, visibilmente crucciato, anche per il fatto che nessuno è venuto a prenderlo.

Il suo stato d’animo è dovuto anche al fatto che è stato “costretto” a lasciare la sua confortevole casa in Texas per passare qualche giorno di vacanza con il padre Cal (Bomer).

David e Cal sono persone totalmente agli antipodi: il primo è tecnologico, sempre connesso, cellulare dipendente; il secondo, invece, conduce una vita isolata, spartana, e pratica la caccia con un approccio filosofico e simbiotico con l’ambiente suggestivo che lo circonda.

Padre e figlio faticano a trovare un interesse comune e persino qualcosa di cui parlare, sembrano due estranei, nonostante il legame di sangue.

Così quando Cal propone a David di andare insieme a caccia, senza cellulare, per il ragazzo è una sorta di punizione. Nella foresta accadrà qualcosa che cambierà il loro rapporto.

Matt Bomer (Cal) e Josh Wiggins (David) in una scena del film. “Walking out” (2017)

Da classico film sullo scontro generazionale, “Walking out” prende la strada della storia di sopravvivenza, costruita all’interno di paesaggi naturali belli quanto terribili che in parte rievocato le atmosfere dell’acclamato “Revenant – Redivivo” di Alejandro González Iñárritu.

In questo caso, però, è il giovane David a dover ricoprire il ruolo dell’eroe, tirando fuori tutto il coraggio, la forza e l’intraprendenza che ha per caricarsi sulle spalle – letteralmente – il padre e salvarlo.

Tornando al rapporto padre-figlio, “Walking out” propone non una ma due storie: quella nel presente, con Davide e Cal protagonisti, e quella nel passato, quando un Cal adolescente doveva confrontarsi con il padre Clyde (Pullman), anche lui incapace di ascoltare le esigenze del figlio.

I due piani temporali si mescolano e si alternano in scena in modo efficace e armonioso, grazie a una sceneggiatura ben scritta, delicata, sensibile, che costruisce personaggi credibili e sfaccettati.

La regia dei fratelli Smith si rivela di ottimo livello sia tecnico che stilistico e soprattutto dotata di umanità e attenzione nel raccontare le diverse sfumature dell’anima umana.

Josh Wiggins dimostra ancora una volta di possedere talento e soprattutto notevole personalità, non solo nel tenere la scena ma nel reggere un intero film senza timore o incertezza. Ci spingiamo a ipotizzare che saranno in tanti, in futuro, a scrivere di questo ragazzo dalla faccia pulita e intensa.

Forse per capirsi e volersi davvero bene è necessaria un’esperienza forte, che possa unire anche due persone diverse e sorde l’una ai bisogni dell’altra. Non consigliamo di rischiare la vita in una foresta, ma il tenero ed epico finale del film stimola a pensare che non sia mai troppo tardi, per fare pace con il proprio vecchio.

 

Il biglietto da acquistare per “Walking out” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio
(con riserva). Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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