“Valerian e la città dei mille pianeti”: la fantasia al potere con gli effetti visivi

Luc Besson realizza un vecchio sogno e piega la tecnologia alla realizzazione dell’immaginazione

di Pasquale De Carlo

 

Un film di Luc Besson. Con Dane DeHaan, Cara Delevingne, Clive Owen, Rihanna, Ethan Hawke, Herbie Hancock. Azione, 140’. Francia, 2017

 

Nel 2740 la stazione spaziale Alpha è la più grande metropoli dell’universo, e al suo interno umani e alieni convivono pacificamente.

La città dei mille pianeti”, come viene chiamata, è una sorta di oasi, ma quando un gruppo di misteriose creature minacciano di distruggerla, due giovani poliziotti intergalattici – il Maggiore Valerian (DeHaan) e la sua partner, il sergente Laureline (Delevigne) – sono chiamati a difenderla.

Sono queste le premesse di “Valerian e la città dei mille pianeti”, il nuovo film scritto e diretto da Luc Besson che è stato presentato in anteprima esclusiva per l’Italia da Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema.

La pellicola sorprende soprattutto per il sapiente utilizzo degli effetti visivi, pensati per una visione in 3D. Gli effetti speciali danno forma alla fervida immaginazione del regista, riproducendo in maniera assolutamente realistica ogni tipo di creatura, che sia essa a tre teste, otto braccia o che sia in grado di rilasciare secrezioni bavose .

Tecnologia al servizio della fantasia, che, almeno in questo film, è decisamente al potere. A questa pletora di primizie tecniche di indiscutibile qualità si affiancano, purtroppo, una coppia di protagonisti banali, portatori sani di cliché da teen movie: lui sciupa femmine irriverente e spavaldo, lei biondissima e innamorata.

La superficialità di questa dinamica sfocia in una serie di dialoghi che logorano i poveri recensori.

A parziale discolpa di un regista raffinato come Besson c’è il fatto che la pellicola è un riadattamento del fumetto “Valerian e Laureline”, pubblicato per la prima volta nel ’67 da Daragud e fonte di ispirazione anche per “Il quinto elemento”.

Al netto della superficialità dei protagonisti da poster, il film si dimostra godibile e dinamico nel suo complesso, anche grazie a Rihanna che, in paillette da Burlesque, ci ricorda che tutti, come Besson, possiamo avere una fervida immaginazione.

 

 

Previous articleBibliobath: una collana di letture a prova di vasca da bagno
Next article“Candelaria”: riscoprire l’amore a 60 anni è possibile?
Parole a Colori
Un portale d’informazione che si occupa di cultura e spettacolo a 360°, con un occhio di riguardo per il mondo dei libri e dell’editoria, per il cinema, la televisione, l’arte.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here