“Una festa esagerata”: Vincenzo Salemme e la solitudine dell’onesto

Il film mostra evidenti limiti di sceneggiatura, caratterizzazione dei personaggi e ritmo narrativo

Un film di Vincenzo Salemme. Con Vincenzo Salemme, Massimiliano Gallo, Tosca D’Aquino, Iaia Forte, Nando Paone. Commedia, 90′. Italia, 2018

Napoli. A casa Parascandolo fervono i preparativi per la festa per il diciottesimo compleanno di Mirea, figlia di Gennaro (Salemme), geometra e piccolo imprenditore, e dell’ambiziosa Teresa (D’Aq). La donna ha deciso di fare le cose in grande, e non ha badato a spese. Ma il giorno tanto atteso il signor Scamardella, l’anziano del piano di sotto, muore. Cosa fare adesso?

 

Può un onesto lavoratore, un uomo perbene, un padre e marito amorevole sopravvivere al diciottesimo compleanno della figlia, soprattutto se la moglie – ambiziosa e senza scrupoli – ha deciso di trasformarlo nell’evento dell’anno?

Vincenzo Salemme si pone la domanda, adattando per il grande schermo uno spettacolo teatrale di successo. Il risultato – “Una festa esagerata” – è una commedia agrodolce che racconta i limiti, i vizi e i paradossi non solo di Napoli ma di tutta la società italiana, dove spesso a soccombere sono i buoni e gli onesti.

Protagonista Gennaro Parascandolo (Salemme), piccolo imprenditore edile napoletano rispettoso della legge, novello Don Chisciotte all’interno della sua stessa famiglia dove la moglie Teresa (D’Aquino) ambisce al salto di qualità sociale e vede un’opportunità di farlo organizzando la festa della figlia Mirea (Del Vecchio).

Nonostante la riscrittura della sceneggiatura per il cinema, si avverte l’origine teatrale della storia, sia nella struttura che nell’intreccio. Quello che si perde, soprattutto, è il messaggio di fondo, ovvero la solitudine dell’uomo onesto nel mondo di oggi.

Nonostante Vicenzo Salemme e tutto il cast abbia dato prova di talento, esperienza, vis comica e naturalezza nel calarsi nei rispettivi personaggi, questi risultano talvolta caricaturali.

Ma insomma, nella nostra società per gli onesti c’è ancora spazio oppure no? Per scoprire la risposta dovrete andare al cinema, e valutare se il finale sia eccessivamente malinconico o tristemente veritiero.

 

Il biglietto da acquistare per “Una festa esagerata” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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