Un film di Rama Burshtein. Con Noa Koler, Amos Tamam, Oz Zehavi, Oded Leopold, Jonathan Rozen. Commedia, 110’. Israele 2016.

 

Decidere di legarsi per la vita a una persona, sposandola davanti a Dio, sarà anche diventato un vero e proprio atto di fede, ma quale donna, una volta deciso di fare il grande passo, sarebbe in grado di reagire positivamente, se il promesso sposo le rivelasse di non amarla più?

Nessuna, forse, eccezione fatta per Michal (Koler), la protagonista di “Un appuntamento per la sposa” di Rama Burshtein, una favola moderna folle, tenera e romantica.

La donna, un’ebrea ortodossa sulla trentina, lasciata dal fidanzato a tre settimane dalla cerimonia, invece di annullare tutto decide di trovare un uomo da sposare in 22 giorni. “Ho la sala, l’abito, la data e 200 invitati – afferma – non sarà difficile trovare marito”.

Inizia così la ricerca del partner ideale, attraverso una serie di incontri fortuiti e appuntamenti combinati. Perché Michal non vuole più accontentarsi, vuole amare ed essere amata. È stanca di sentirsi diversa, desidera essere moglie, madre, completa.

Attenzione a considerarla un’antitesi del femminismo: la protagonista ha un lavoro e una casa, ma nella sua scala dei valori ha deciso di mettere la famiglia al primo posto.

Nella sua ricerca, Michal incontra una serie di ipotetici uomini da sposare: la rock star Yos (Zehavi), il professor Assaf, e Shimi (Tamam), proprietario della location del matrimonio.

Lo spettatore assiste con divertimento a questo originale casting matrimoniale, facendo naturalmente il tifo per un lieto fine. Ma la protagonista imparerà che la fede in Dio non sempre è sufficiente, per realizzare i proprio sogni.

“Un appuntamento per la sposa”, presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2016 nella sezione Orizzonti, è un film godibile, garbato, tenero, probabilmente rivolto più a un pubblico femminile, ma interessante anche per i maschietti.

Merito di una sceneggiatura ben scritta, ricca di spunti e di ironia, capace di raccontare gli usi e costumi della società ebraica di oggi, senza mai risultare caricaturale ed eccessiva.

È una piacevole sorpresa l’attrice Noa Koler, brava e credibile nel ruolo di Michal, che dimostra di sapere tenere con personalità e talento la scena, senza mai cadere nell’eccessivo o nel melenso.

Rama Burshtein firma una regia pulita, semplice, lineare, esperta, magari di respiro più televisivo e con una seconda parte dal ritmo un po’ meno brillante, ma abile nel realizzare un film piacevole e allegro nei toni e nello stile.

Il finale, forse troppo allungato e romantico, regala comunque la speranza a tutte le zitelle del mondo che non sia mai troppo tardi per trovare l’uomo giusto e celebrare il matrimonio dei sogni.

 

Il biglietto da acquistare per “Un appuntamento per la sposa” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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