“Tout Nous Sépare”: un noir sentimentale ed esistenziale

Diane Kruger, Catherine Deneuve, Nicolas Duvauchelle e Nekfeu protagonisti convincenti e centrati

Un film di Thierry Klifa. Con Diane Kruger, Catherine Deneuve, Nicolas Duvauchelle, Nekfeu. Drammatico, 98’. Francia, 2017

In una grande casa isolata nella campagna attorno a Sète, nel sud della Francia, vivono una madre e la figlia. Madame Keller, è la vedova di un ricco costruttore portuale, la figlia, Julia, è vittima di un incidente che l’ha lasciata storpia e dipendente da farmaci e droghe. La malavita entra nelle loro vite – ma sarebbe più corretto dire il contrario – dopo la morte di Rodolphe, un piccolo pusher con cui la ragazza aveva una relazione. L’amico d’infanzia di lui, Ben, pensa che Julia non sia innocente e mira a spennarla per pagare un grosso debito, ma le cose si complicano.

 

A chi non è capitato almeno una volta, durante una lite con i genitori o con i figli, di pensare – o urlare – parole pesanti? I legami di sangue possono essere problematici, persino un fardello a volte. Eppure non c’è genitore, per quanto arrabbiato o distante, che davanti a un figlio in difficoltà non sia disposto a fare di tutto.

Tout Nous Sépare” si concentra sul difficile rapporto tra Louise (Deneuve) e la figlia Julia (Kruger), evidenziando come le due donne siano diverse per carattere e moralità e come comunicare, per loro, sia pressoché impossibile.

Louise è determinata e colta, e una volta rimasta vedova è stata costretta a occuparsi dei cantieri navali del marito. Julia, invece, è diventata tossicodipendente in seguito a un misterioso incidente, e soffre di dolori fisici ed esistenziali.

A questa trama familiare si mescola il noir, quando Julia uccide Rodolphe, il pusher con cui aveva una relazione, e la madre diventa la sola persona nella quale possa riporre fiducia.

Ambientato in una non specificata cittadina di mare della Francia, il film utilizza crimine, violenza e droga come cornice per raccontare una storia di tradimenti, illusioni, infelicità e al contempo di ricerca di un equilibrio familiare. Un noir sentimentale ed esistenziale, insomma, dove il destino di ogni personaggio sembra già fatalmente scritto fin dalle prime battute, senza speranza di riscatto.

“Tout Nous Sépare” si regge in gran parte sulle performance dei quattro protagonisti, intense e convincenti, e sull’alchimia che sono stati capaci di costruire sin dalla prima scena.

Catherine Deneuve e Diane Kruger formano un’apprezzabile coppia artistica, calandosi in modo esemplare e simbiotico nei ruoli di madre e figlia. Le due attrici si dimostrano complementari e a loro agio nel relazionarsi in scena, dando consistenza e profondità psicologica, umana ed emotiva ai loro personaggi.

Sono altrettanto credibili e centrati nei ruoli Nicolas Duvauchelle e il rapper esordiente Nekfeu, che non mostrano timori reverenziali o esitazioni in scena. Il secondo soprattutto è bravo a far cambiare allo spettatore, nell’arco del film, il suo giudizio negativo sul personaggio di Ben, portandolo alla fine a provare persino solidarietà.

Thierry Klifa dirige la pellicola con mano ferma, esperta e ispirata, costruendo una storia fluida, intensa quanto cupa e drammatica ma comunque con un buon ritmo.

“Tout Nous Sépare” è la storia di due donne diverse, di due mondi opposti, che imparano a conoscersi per necessità e alla fine trovano, una nell’altra, affetto e l’opportunità di un riscatto morale.

 

Il biglietto da acquistare per “Tout Nous Sépare” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto
(con riserva). Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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