“The Lego Movie 2”: un vortice pop con al centro un messaggio edificante

Il sequel del film d'animazione del 2014, per quanto meno brillante e innovativo, fa sorridere e riflettere

Un film di Mike Mitchell, Trisha Gum. Con Chris Pratt, Elizabeth Banks, Will Arnett, Nick Offerman,  Alison Brie, Charlie Day. Animazione, 106′. USA 2019

Brichsburg, la città di Emmet, della sua amata Lucy e dei loro amici, la città dove tutto “È meraviglioso!” viene visitata da una specie aliena, i DUPLO, e da essa rasa al suolo. Da allora il suo nome è Apocalypseburg e la sua apparenza rubata a “Mad Max: Fury Road”, con Lucy nei panni di una guerriera tosta e dark, che cavalca la versione feroce e metallica di UniKitty, e Emmet nei panni di…se stesso. Anche dopo aver appurato di essere “Speciale”, nel primo film della serie, Emmet non riesce infatti ad essere diverso da quello che è. L’unica cosa che riesce a sognare è ancora e sempre una casetta unifamiliare con giardino, e sarà con quel sogno nella mente e una piantina al suo fianco, che si lancerà verso l’ignoto Sistema Sorellare, per salvare la sua innamorata e gli amici dalla terribile imperatrice Quello Che Voglio.

 

L’uomo è predisposto geneticamente ai contrasti e ai litigi, e questa sua predisposizione si manifesta sopratutto in ambito familiare, dove basta un nonnulla perché genitori e figli si scontrino.

Che dire poi dei rapporti tra fratelli. Come ci ha tramandato già la storia – e la mitologia – spesso per ragioni futili si arriva a rompere anche il legame di sangue che dovrebbe essere più forte. E capita che i problemi abbiano origini lontane, nell’infanzia, dove si “combatte” per il possesso di un giocattolo o per le attenzioni dei genitori.

Se il primo “Lego movie”, cinque anni fa, aveva raccontato in maniera magistrale e originale il rapporto conflittuale tra un padre e un figlio, “The Lego Movie 2”, pur con registi differenti, ripropone lo stesso schema.

Gli sceneggiatori hanno però voluto alzare l’asticella, spingendosi più in profondità nel raccontare tematiche delicate e complesse come le difficoltà nel percorso di crescita, nell’accettazione del “diverso” e nella coabitazione con amici e familiari.

L’inizio del film d’animazione, con i suoi paesaggi desolati e l’indurimento emotivo e la cupezza esistenziale dei protagonisti, rievoca nello spettatore da una parte la serie animata “Ken il guerriero”, dall’altra il film cult “Mad Max”. Un inizio che indubbiamente spiazza, abituati come eravamo ai colori rassicuranti e alla giocosita del primo film.

L’unico a non sembrare cambiato affatto è Emmet che, ingenuamente quanto testardamente, continua ad approcciarsi alla vita e al prossimo in modo positivo e aperto. Il suo atteggiamento si scontra con quello degli altri Lego, soprattutto dell’amica Lucy, diventata una guerriera malinconica e dura.

La contrapposizione tra Emmet e il suo mondo è il vero cuore narrativo del film, che spinge chi guarda a porsi delle domande e prendere posizione. La vera nemica dei Lego è l’imperatrice Quello Che Voglio? Oppure è tra gli stessi omini gialli che si nasconde il pericolo?

Non vi sveliamo ovviamente i numerosi colpi di scena disseminati nella storia, limitandoci  a qualche osservazione generale. Il messaggio di “The Lego Movie 2” per i bambini e i ragazzi è che crescere non deve significare rinunciare alla propria bontà e gentilezza d’animo. Il film critica questa posizione moderna – un adulto deve essere duro, risoluto, egoista -, dicendo l’esatto contrario.

Nel complesso la pellicola è piacevole ma secondo me non all’altezza della precedente. A venire meno è soprattutto l’effetto sorpresa. Non mancano spunti interessanti, nuovi personaggi e un buon lavoro di approfondimento sui “vecchi”. Ma la storia fatica a decollare e solo nella seconda parte si capisce davvero dove registi e sceneggiatori siano voluti andare a parare.

“The Lego Movie 2”, per quanto non brillantissimo, mantiene una certa forza di fondo. Consigliato al pubblico giovane e giovanissimo, anche gli adulti potranno trovarci qualche spunto interessante, e qualche consiglio su come gestire la prole.

Insomma, se dovesse esserci un “The Lego movie 3” – ed è molto probabile che così sarà – ci auguriamo che venga messo in atto un vero rinnovamento. Perché serve qualcosa di nuovo per dare nuovo slancio ai cari e ingegnosi omini Lego.

 

Il biglietto da acquistare per “The Lego Movie 2” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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