“The human voice”: Pedro Almodóvar rilegge e modernizza Cocteau

Tilda Swinton convincente protagonista assoluta del cortometraggio presentato a Venezia

Un cortometraggio di Pedro Almodóvar. Con Tilda Swinton.
Drammatico, 30′. USA, Spagna 2020

Una donna sta aspettando che l’ex amante passi a ritirare le valigie che lei ha preparato per lui. L’amore è finito, resta solo il tempo dell’attesa. Con lei c’è un cane, anche lui abbandonato e in attesa del suo padrone. La donna esce di casa per comprare un’ascia e una tanica di benzina: si prepara a distruggere le cose del suo uomo, aspettando la chiamata che metterà fine al rapporto. Quando il telefono squilla, la donna, risvegliatasi da un sonno profondo causato dalle pillole, inizia un monologo disperato che la porta dall’ansia alla supplica, dalla rabbia alla rivalsa e infine al fuoco purificatore che distrugge lo stesso set in cui il film è stato girato…

 

Uno degli eventi più attesi della Mostra del cinema di Venezia 2020, il cortometraggio “The human voice” di Pedro Almodóvar, con protagonista assoluta Tilda Swinton, arriva al cinema. 

Girato poco dopo la fine del lockdown, il corto è la prima collaborazione tra il regista spagnolo e l’attrice inglese, ma se prestiamo fede alle parole pronunciate dai due in conferenza stampa non resterà l’unica.

“The human voice” adatta per il cinema l’omonima pièce teatrale di Jean Cocteau, modernizzandone la storia e riscattando per molti versi la figura della donna, che da vittima passiva è resa qui protagonista.

Tilda Swinton, dopo un inizio timido, freddo, quasi esitante, si prende il centro della scena conquistando il pubblico con un monologo appassionante e umorale. La donna umiliata e rassegnata dell’inizio cambia registro, risorge dalle proprie ceneri come l’araba fenice e nella vendetta trova lo slancio per dimenticare il passato.

Il finale agrodolce, condito con un’ironia briosa, lascia allo spettatore la consapevolezza che l’ultima parola su una storia spetta sempre alla donna, anche se questa è ferita e infelice. L’uomo è stato avvisato dal buon Pedro…

 

Il biglietto da acquistare per “The human voice” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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