Un film di Alessio Maria Federici. Con Ambra Angiolini, Pietro Sermonti, Sergio Rubini, Franco Branciaroli, Anna Ferzetti. Commedia, 97′. Italia, 2017

Data di uscita italiana: 26 ottobre 2017

Viviana (Angiolini) e Modesto (Sermonti) sono amanti, entrambi sposati e con un figlio a testa. Il loro rapporto è talmente tormentato che decidono di sottoporsi ad una terapia di coppia: o meglio, Modesto si adegua alle richieste di Viviana, ma mantiene un laconico distacco nei confronti del terapista, il professor Malavolta (Rubini), star di una trasmissione televisiva che si chiama Jung-le Fever, soprattutto quando scopre che il terapista ha a sua volta problemi di relazione. Riusciranno Viviana e Modesto a vivere la loro storia d’amore senza soffocare nella conflittualità?

 

Ci sono due Diego De Silva oppure siamo di fronte a una persona afflitta da personalità multipla? È la domanda che mi sono fatto al termine della proiezione di “Terapia di coppia per amanti”, attesa trasposizione del romanzo dello scrittore napoletano.

Come può una stessa persona aver scritto un romanzo divertente, intimo, originale su un tema delicato e controverso come l’amore clandestino, romanzo che ha conquistato critica, pubblico e non ultimo il vostro inviato (qui la mia recensione) e la scialba sceneggiatura dell’adattamento cinematografico?

Il film “Terapia di coppia per amanti”, infatti, è una delusione quanto mai inaspettata sul piano drammaturgico e dello sviluppo narrativo, con un ritmo monocorde e scarso pathos. I dialoghi risultano per lo più banali, retorici e freddi; Modesto e Viviana, ottimi personaggi nel romanzo, caricaturali e finti.

Nel suo romanzo Diego De Silva sdogana il tema del tradimento, mettendo da parte ogni critica morale per mostrare come i sentimenti possano nascere anche nelle peggiori condizioni. Nel passaggio dalla pagina al grande schermo, però, la storia perde in autenticità, romanticismo, intensità e umanità, nonostante l’impegno e la discreta alchimia tra i due protagonisti, Ambra Angiolini e Pietro Sermonti.

La scelta di dare grande spazio e visibilità al terapista, il professor Malavolta (Rubini), facendolo diventare il terzo protagonista, si dimostra inutile se non noiosa e dispersiva, privando la storia di una chiara identità.

La vera rivelazione del film è Franco Branciaroli, che nel ruolo del padre di Modesto sfodera una performance di talento, esperienza e personalità. Le poche scene in cui Branciaroli e Sermonti recitano insieme sono i momenti più riusciti e divertenti del film. I due attori, sorretti qui da un’ottima sceneggiatura, mettono in scena un credibile e conflittuale rapporto padre-figlio scandito da dialoghi brillanti, intensi e allo stesso tempo teneri.

La regia di Alessio Maria Federici è essenziale, semplice, ma priva del mordente necessario a far compiere il salto di qualità alla pellicola.

Aspettando di capire se Diego De Silva abbia a sua volta bisogno di una terapia – creativa, in questo caso – per chi ha amato il romanzo questo adattamento difficilmente finirà tra i film indimenticabili. Peccato.

 

Il biglietto da acquistare per “Terapia di coppia per amanti” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre. 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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