“Sono Guido e non Guido”: ritratto di un poemastar moderno

Alessandro Maria Buonomo dedica una commedia all'artista torinese, che ha rilanciato un genere

Un film di Alessandro Maria Buonomo. Con Guido Catalano. Commedia, 75’. Italia, 2016

 

Oggi c’è ancora qualcuno che legge poesie? E qualcuno che le legge? Se organizzaste un reading di questo genere di opera, ci sarebbe qualcuno? Ma soprattutto, chi è Guido Catalano?

Fino a ieri non avrei saputo rispondere a nessuna di queste domande. Dopo aver visto il film di Alessandro Maria Buonomo, “Sono Guido e non Guido”, presentato al TFF, posso almeno dire di aver colmato qualche vuoto.

Guido Catalano è uno scrittore, un performer, un artista, un playboy, ma soprattutto è colui che ha riscritto la definizione di poeta. Perché Guido Catalano è un poemastar, e di poesia riesce a vivere, organizzando eventi in giro per l’Italia che fanno sempre il tutto esaurito.

Buonomo, per raccontare al grande pubblico un fenomeno letterario, sociale e culturale, ha scelto la forma del mockumentary, probabilmente la più adatto a rappresentare un personaggio che è un po’ poliedrico un po’ machiettistico.

Perché Catalano scrive poesie che in apparenza sembrano pezzi adatti per un comico, e che solo a una lettura o ascolto approfondito svelano la loro profondità e il loro messaggio.

“Sono Guido e non Guido” ha una struttura divertente e godibile, dove la realtà viene sospesa in favore dell’ingresso nel magico mondo del protagonista, che somiglia per certi versi al Paese delle Meraviglie di Alice.

Gli autori s’inventano anche un fratello gemello di Guido, Armando, vero autore dei versi ma incapace di prendersene merito in pubblico, e per quanto l’escamotage non sia originalissimo, è divertente e utile a mettere in evidenza la poliedricità del poeta torinese.

Il film è più brillante e ritmato nella prima parte, mentre nella seconda perde quota e si ripete portando il racconto a sembrare un po’ monotono.

Guido Catalano, poemastar, ha il merito di avvicinare il pubblico alla poesia e questo fatto di per sé basta perché il suo nome meriti di venire celebrato in un film.

 

Il biglietto da acquistare per “Sono Guido e non Guido” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

Previous articlePerché tenere un diario fa bene alla salute psichica e fisica
Next articleCartoline dal TFF: “Jesus” e “Porto”
Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here