“Sette minuti dopo la mezzanotte”: una fiaba gotica ricca di pathos

Basato sull’omonimo romanzo di Patrick Ness, un film che affronta il tema del lutto dal punto di vista di un ragazzino

Un film di Juan Antonio Bayona. Con Lewis MacDougall, Sigourney Weaver, Felicity Jones, Toby Kebbell, Ben Moor. Drammatico, 108’. USA, Spagna, 2016

Basato sull’omonimo romanzo di Patrick Ness

 

La perdita prematura di un genitore per malattia è un evento doloroso e traumatico per un figlio, specie se questo non è ancora adulto.

Su quale sia il modo migliore per elaborare un lutto tanto grande si discute e si scrive molto, ma prima della perdita c’è una fase forse ancora più dura, stare accanto a mamma o papà mentre lentamente ed inesorabilmente si spegne.

E allora capita – come vi potrà confermare chiunque ci è passato – di sperare che la fine arrivi quanto prima. Per far finire tutto questo dolore.

Sette minuti dopo la mezzanotte” di Juan Antonio Bayona è un racconto delicato, commovente, straziante sotto forma di fantasy.

Protagonista il dodicenne Conor (MacDougall), che deve affrontare la malattia della mamma (Jones).

Conor è vittima di bullismo a scuola, soffre la presenza in casa della fredda e rigida nonna (Weaver), accorsa al capezzale della figlia malata, e non può contare sulla presenza attiva del padre (Kebbell), che si è rifatto una vita e una famiglia negli Stati Uniti.

Spaventato e arrabbiato, l’immaginazione e il disegno sono gli unici mezzi per sfuggire a una realtà dolorosa. Una notte, esattamente 7 minuti dopo la mezzanotte, a Conor si presenta un mostro (Neeson) che sembra sapere tutto di lui e soprattutto avere le risposte di cui ha bisogno.

Non volendo rovinarvi la sorpresa né privarvi delle emozioni che il film saprà trasmettervi, mi limito a qualche osservazione generale sulla valle di lacrime che andrete a vedere.

“Sette minuti dopo la mezzanotte” è un film particolare, strano, unico nella struttura narrativa e nello sviluppo drammaturgico.

La prima parte è costruita come un fantasy di stampo generazionale e di formazione, con inserti d’animazione, ma sebbene sia ben scritto, ben diretto e reso mirabile dagli effetti speciali non coinvolge fino in fondo.

Il film cambia pelle, forma e soprattutto chiarisce la sua missione nella seconda parte, quando la figura del mostro e le sue storie diventano chiare.

Una seconda parte davvero commovente, spiazzante, poetica nel mostrare la dolorosa separazione tra una madre e un figlio e come quest’ultimo sia chiamato a vincere, nonostante la giovane età, le proprie paure e demoni interiori.

“Sette minuti dopo la mezzanotte” ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico in Spagna, conquistando ben nove Premi Goya (tra cui migliore regia) su 12 nomination ricevute, e siamo certi che anche il pubblico italiano si farà coinvolgere.

Al di là della bravura del cast e del regista, al di là dell’uso sapiente ed efficace degli effetti speciali, quello che colpisce è il modo con cui chi guarda riesce a entrare in simbiosi con il protagonista, provando le sue stesse emozioni.

Perché prima o dopo, purtroppo, a ognuno di noi capiterà di trovarsi al posto di Conor e allora questo film potrebbe aiutare a essere preparati, per quanto possibile.

 

Il biglietto da acquistare per “Sette minuti dopo la mezzanotte” è: Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre. 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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