“Judy and Punch”: Mia Wasikowska in una fiaba nera e controversa

L'opera prima della regista Mirrah Foulkes, presentata a Londra, è sorprendente e spaventosa

Un film di Mirrah Foulkes. Con Mia Wasikowska, Damon Herriman, Tom Budge, Benedict Hardie, Lucy Velik. Commedia, fantasy, 105′. Australia 2019

Nella cittadina di Seaside, Punch e Judy sono una coppia di burattinai, marito e moglie nella vita e con una bambina piccola, che mettono in scena il loro show per un pubblico rozzo e bigotto. L’ambizione dell’uomo e la sua passione per la bottiglia portano a un’inevitabile tragedia, che Judy deve vendicare…

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Un fantasy gotico, una commedia sarcastica ricca di rimandi alla storia del cinema (uno su tutti quello, quasi sul finale, al “Gladiatore), un horror, un revenge movie con protagonista una donna che non ha paura di sporcarsi, letteralmente, le mani: è difficile trovare una definizione precisa per “Judy and Punch”, opera prima della regista Mirrah Foulkes, presentato al London Film Festival.

Arrivata ai titoli di coda ho avuto anche qualche difficoltà a capire se il film mi fosse piaciuto o meno – non ho le idee chiare nemmeno adesso – , se quello che avevo appena visto era un capolavoro visionario oppure soltanto una mescolanza poco coerente di elementi.

Di certo, “Judy and Punch” resta impresso, sconvolge, a più riprese secca in gola le risate già pronte a esplodere. Uno pensa di avere davanti una scena comica, sta per ridere e poi, inaspettata, arriva la svolta tragica, la svolta macabra. E la prospettiva cambia.

La colonna sonora è azzeccata, evocativa, nei suoi passaggi più fantasy fa pensare alle grandi saghe del genere, alle ballate del “Signore degli anelli”, ai videogiochi come “Skyrim”, ma non ha paura di cambiare anche completamente volto, e virare sul moderno.

Mia Wasikowska è a suo agio nel ruolo dell’eroina “da favola”, che non ha bisogno di un principe per essere salvata ma è capace di prendere tra le mani il proprio destino e salvarsi da sola. Nella sua Judy, per quanto i contesti siano parzialmente diversi, è facile ritrovare alcune delle caratteristiche di Alice.

Non è facile trovare in una fiaba un protagonista così negativo e detestabile come il Punch di Damon Herriman, che siamo sollevati e quasi felici che finisca male come finisce. Il paradosso è che, inizialmente, uno pensa di dover fare il tifo per lui, che lui sia il buono della storia. E invece…

Per quanto alcuni passaggi non siano del tutto convincenti – il finale, ad esempio, con le “streghe” che non si capisce bene perché escono dal bosco e il discorso di Judy sul patibolo un po’ troppo stereotipato e banale -, “Judy and Punch” è un film innovativo, a tratti divertente, sicuramente particolare.

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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