“Qualcosa di troppo”: e se fosse il pene il segreto per la parità di genere?

Audrey Dana regista, sceneggiatrice e protagonista di una commedia francese ironica e dissacrante

Un film di Audrey Dana. Con Audrey Dana, Christian Clavier, Eric Elmosino, Alice Belaïdi, Antoine Gouy. Commedia, 98’. Francia 2017

 

Quante volte, cari amici, vi siete sentiti accusare da mogli, compagne, amiche o parenti di agire spesso, in quanto maschi, non usando la testa ma gli attributi?

Vecchio ritornello: l’uomo pensa sempre al sesso, non perde occasione per guardare il lato b o il davanzale delle altre, non conosce la gentilezza post-rapporto.

Eppure siamo davvero sicuri che, se a ritrovarsi improvvisamente con il pene fosse una donna, le cose andrebbero diversamente? Insomma, questo benedetto attributo condiziona la personalità oppure no?

Non state leggendo le fantasie un po’ perverse di un vecchietto, ma il presupposto da cui parte la regista francese Audrey Dana per il suo secondo film, “Qualcosa di troppo”.

Jeanne (Dana) ha 38 anni, di mestiere fa l’architetto, e spera ancora di salvare il proprio matrimonio dopo una pausa di riflessione di due mesi.

Le sue speranze crollano come un castello di carte quando il marito le comunica di avere già una nuova compagna, per giunta in dolce attesa. Jeanne si ritrova così divorziata, con due bambini da crescere e il cuore a pezzi.

Delusa dal genere maschile, incapace, nonostante il talento, di farsi strada sul lavoro, dopo una notte di passione con il collega Merlin (Elmosino), sposato ma presunto latin lover, la protagonista sente di essere finita in un vicolo cieco.

Durante un temporale, Jeanne giura di non avere più a che fare con gli uomini in futuro. Al risveglio avverte l’urgenza di fare pipì… e si ritrova con “qualcosa di troppo” là sotto.

Ha inizio così una favola surreale, grottesca ma altresì divertente dove Jeanne passa dallo sconcerto alle cuore del dottor Pace (Clavier), suo ginecologo di fiducia, fino alla decisione di sfruttare questo suo nuovo status per cambiare prospettiva sulla propria vita.

Audrey Dana, regista, sceneggiatrice e protagonista del film. (2017)

Sebbene la drammaturgia di per sé non sia originale, la sceneggiatura è sicuramente ben scritta, ironica e capace di strappare più di un sorriso, mostrando i tanti luoghi comuni sull’uomo attraverso gli occhi e la fisicità di una donna.

La prima parte è più dinamica, frizzante, dissacrante e irriverente, la seconda perde invece do incisività con l’inserimento, forse un po’ forzato e non del tutto funzionale, dell’elemento romantico.

Audrey Danna, qui nella triplice veste di autrice, regista e attrice, si rivela una vera forza della natura, dimostrando talento, simpatica, presenza scenica e buoni tempi comici.

La regia è forse l’aspetto dove convince di meno, mostrando uno stile semplice e lineare, con un respiro televisivo ma senza un vero quid creativo.

Christian Clavier e la bella Alice Belaïdi nel ruolo della disinibita Marcelle, amica del cuore della protagonista, regalano due interpretazioni efficaci e memorabili, contribuendo attivamente con i rispettivi personaggi alla riuscita del film.

Il finale, forse un po’ troppo buonista, toglie pepe e irriverenza al film, ma dà allo spettatore maschio la convinzione consolatoria che forse è proprio il pene lo strumento ideale per l’agognata parità dei sessi.

 

Il biglietto da acquistare per “Qualcosa di troppo” è: Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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