“Please stand by”: quando partire vuol dire tornare indietro

Dakota Fanning in un film che affronta il delicato tema dell'autismo proponendo idee non troppo originali

Un film di Ben Lewin. Con Dakota Fanning, Toni Collette, Alice Eve. Commedia, 93’. USA, 2017

Wendy ha 28 anni. Ama ballare sulla note del suo iPod e fare maglioni per oggetti inanimati. Lavora per la catena di forni e chioschi Cinnabon. È autistica. Ma per provare a sua sorella Audrey che è perfettamente in grado di badare a se stessa, decide di scappare di casa e dalla sua badante per prendere parte ad un concorso di scrittura per la televisione, presentando il suo progetto di 500 pagine su Star Trek. Ma dopotutto, l’unica cosa che desidera davvero è ritornare a casa.

 

Chi vi scrive è personalmente coinvolto oltre che interessato ai casi in cui l’arte decide di trattare la delicatissima tematica del disturbo mentale nelle sue molteplici declinazioni, e come questo irrompa senza annunciarsi e devasti la vita non solo del “malato” ma anche delle persone che lo circondano.

L’autismo è probabilmente uno dei disturbi di questo genere più diffusi e insidiosi, viste anche le difficoltà nella diagnosi prima e nella gestione e cura poi.

Come forse saprete, di autismo ne esistono varie gradazioni, e ci sono persone autistiche che vivono un’esistenza autonoma e svolgono lavori di responsabilità e prestigio, data anche l’intelligenza sopra la media o il talento che molti hanno.

Ben Lewin affronta questi e altri temi in “Please stand by”, presentato nella sezione Young adult di Alice nella città, un racconto di formazione, di sfida personale e di ritrovamento fraterno.

Nonostante la buona base drammaturgica, il film fatica a scaldare fino in fondo il cuore del pubblico, trasmettendo spesso la sensazione di scarsa originalità – impossibile non pensare, ad esempio, a “Rain man” con Dustin Hoffman.

La performance di Dakota Fanning è generosa, intensa, totale sia a livello emotivo che fisico. L’attrice, nonostante la giovane età, dimostra ancora una volta tutto il suo talento. Il resto del cast è professionale e talentuoso.

Eppure, per quanto “Please stand by” sia nel complesso un film godibile, con i suoi dialoghi brillanti, non compie mai il salto di qualità e resta sempre prevedibile.

La morale, ovviamente, è da salvare. Tutti hanno diritto a essere amati e considerati per ciò che sono, senza alcun pregiudizio legato alla condizione fisica, intellettiva o clinica che sia.

 

Il biglietto da acquistare per “Please stand by” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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