“Oltre la notte”: tre atti per il dramma di una donna che ha perso tutto

One-woman show di Diane Kruger che veste i panni di una moglie e madre nella Germania di oggi

Un film di Fatih Akin. Con Diane Kruger, Numan Acar, Ulrich Tukur, Ulrich Brandhoff, Jessica McIntyre, Rafael Santana. Drammatico, 100’. Germania, 2017

Germania. La vita di Katja cambia improvvisamente quando il marito Nuri e il figlio Rocco muoiono a causa di un attentato. La donna cerca di reagire all’evento e trova in Danilo Fava, avvocato amico del marito, il professionista che la sostiene nel corso del processo che vede imputati due giovani coniugi facenti parte di un movimento neonazista. I tempi legali non coincidono però con l’urgenza di fare giustizia che ormai domina Katja.

 

Dalla cronaca il terrorismo è protagonista anche al Festival di Cannes, fortunatamente solo sul grande schermo, con il nuovo film del regista tedesco d’origine turca Fatih Akin, “Oltre la notte”, che ha suscitato consensi e applausi alla proiezione stampa, soprattutto per merito di una straordinaria Diane Kruger.

A differenza di altre pellicole che hanno affrontato il tema, questa si apre con una romantica scena: il matrimonio, in carcere, tra Katja (Kruger) e Nuri (Acar), che sta scontando una condanna per traffico di droga.

Non è che il prologo a una favola d’amore che porta i due, una volta che lui ha pagato il suo debito con la giustizia, a metter su famiglia e salutare con gioia l’arrivo del piccolo Rocco (Santana).

Un giorno come un altro Katja lascia il bambino dal marito in ufficio, per scappare a lavoro, dandosi appuntamento a casa. Purtroppo il destino ha altri programmi: una bomba sventra il palazzo e per Nuri e Rocco non c’è scampo.

Dopo il lutto, la donna spera almeno di avere pace grazie alla giustizia. Ma quando i due neonazisti accusati della strage vengono assolti per insufficienza di prove, Katja capisce che il solo scopo della sua vita è vendicare coloro che ama.

“Oltre la notte” è il racconto doloroso e toccante del calvario emotivo di una donna, diviso in tre atti: funerale e lutto, indagini e processo, desiderio di farsi giustizia da sé.

Fatih Akin decide di mettere Katja al centro del racconto, mostrando in modo semplice, diretto e coinvolgente le fasi che attraversa la donna, e costruendo una struttura narrativa lineare, ma anche potente e coinvolgente, calibrando con sensibilità i toni senza mai eccedere nella retorica.

Interpretare un ruolo tanto drammatico è difficile, ma mai come questa volta Diane Kruger riesce a dare volto, corpo e anima a questo buco nero esistenziale, calandosi perfettamente nel personaggio, entrando in simbiosi con esso e bucando lo schermo.

Il film si regge quasi esclusivamente su di lei e se questo da un lato lo rende potente e d’impatto, dall’altro corre il rischio di risultare monotematico, povero.

Il finale è commovente e potente quanto struggente e tragico. La scelta di Katja non fa che confermare a chi guarda che la vendetta fine a se stessa non basta a lenire il dolore per la perdita delle persone che amiamo. Serve altro.

 

Il biglietto da acquistare per “Oltre la notte” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto
(con riserva). Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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