Un film di Enzo Russo, Dario Germani. Con Francesca Inaudi, Fabrizio Ferracane, Nino Frassica, Manuela Ventura, Guai Jelo. Drammatico, 112′. Italia, 2017

 

Diventare madre cambia per sempre la vita, le abitudini e l’anima stessa di una donna. Per quanto la gravidanza sia un’esperienza unica, il primo abbraccio con il neonato un momento di completamento, la maternità ha anche lati complessi e delicati. L’equilibrio della neo mamma viene messo a dura prova, e ritrovarlo, dopo il parto, non è facile.

“Ninna nanna” di Enzo Russo e Dario Germani racconta la storia di Anita (Inaudi), una valente enologa siciliana che cura ogni acino d’uva come un figlio. Una donna amata e innamorata del marito Salvo (Ferracane), e pronta a diventare mamma. Almeno così crede.

Fin da quando Gioia, sua figlia, viene al mondo, infatti, appare ad Anita come l’opposto del suo nome, poiché esige la quantità enorme di tempo, energie e attenzioni che richiede ogni neonato. Anita è esausta, si sente inadeguata, e cova un rancore sordo verso quella creaturina, che attenta alla sua vita e alla sua felicità.

“Ninna nanna”, in modo inaspettato, con una drammaturgia semplice, lineare, chiara e nello stesso tempo curata, toccante e acuta porta al cinema il tema della depressione post partum, che colpisce moltissime donne (il 10-15 %), impreparate al nuovo carico di responsabilità, impegni ed emozioni che la maternità comporta.

Gestire un neonato non è impresa facile, e se non si riceve il giusto supporto dal partner e dalla famiglia – non solo pratico, ma psicologico – si corre il rischio di sprofondare.

Una straordinaria, credibile e intensa Francesca Inaudi dà corpo al personaggio di Anita, giovane donna impaurita, frastornata, arrabbiata nonostante il lieto evento. Anita – attenzione! – è felice di essere madre, ma non vuole per questo rinunciare alle altre componenti della sua vita – il lavoro, la sessualità.

Quattro sceneggiatori, due registi, per una storia al femminile.

Gli autori – tutti uomini – sono stati capaci di scrivere una storia sincera, universale e moderna, calandosi nei panni di una donna senza però cadere nei luoghi comuni e nella banalità.

Sebbene la sceneggiatura presenti passaggi narrativi critici e altri superflui e poco approfonditi, il film nel complesso è godibile, delicato, scorrevole e soprattutto dotato di identità.

A scene ben girate, interpretate e fotografate se ne alternano altre che ricordano più un film tv anni ‘90, dignitoso ma amatoriale quanto a realizzazione.

L’esordio alla regia di Russo e Germani, per quanto di respiro televisivo, è sicuramente positivo sia a livello artistico che tecnico.

“Ninna nanna” è un piccolo film, ma potendo contare sulla talentuosa Inaudi e su un cast nel complesso valido ed esperto può ambire a diventare uno dei casi cinematografici di quest’estate e a trasmettere vive e forti emozioni al pubblico, non solamente femminile.

 

Il biglietto da acquistare per “Ninna nanna” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre. 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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