“Maltese”: Kim Rossi Stuart nel romanzo del Commissario

Crimini e indagini nella Sicilia degli anni '70, dove l'omertà era ancora considerata una virtù

Una serie ideata da Leonardo Fasoli, Maddalena Lavagni. Con Kim Rossi Stuart, Rike Schmid: Elisa Ripstein, Antonio Milo, Valeria Solarino, Francesco Scianna, Michela Cescon. Drammatico, poliziesco. 2017

1 serie – 8 puntate (90′)

 

Nuovo mese, nuova fiction in casa Rai, nuovo protagonista, ma con alcuni elementi che potrebbero suonarvi familiari. Lui infatti è un commissario, e la storia è ambientata in Sicilia.

Sì, lo so, caro teledipendente, la tv pubblica, mai come in questa stagione, sembra essere diventata la casa degli sbirri. Sono già sfilati sul piccolo schermo Rocco Schiavone, Giuseppe Lojacono e “I Bastardi di Pizzo Falcone”, l’ispettore Leonardo Caglistro de “La porta Rossa”, Montalbano e l’ispettore Coliandro.

Una lista di tutori dell’ordine che più diversi non si potrebbe, tutti però a loro modo carismatici.

C’è forse un maggiore desiderio di legalità, nel pubblico? Ne dubitiamo, ma sicuramente gli italiani hanno bisogno di eroi normali, come lo sono i servitori dello Stato capaci, anche se per finzione, di trovare sempre il colpevole.

Dall’8 maggio per quattro settimane su Rai uno avremo modo di conoscere e quasi sicuramente di apprezzare un “nuovo” commissario, Dario Maltese interpretato da Kim Rossi Stuart. Il personaggio torna in tv dopo un’assenza di tredici anni, tanto è passato dalla miniserie a lui dedicata.

Attenzione, anche se l’ambientazione è siciliana, non pensate di vedere solo una copia sbiadita del commissario Montalbano, perché le due serie sono prodotti assai diversi.

Uguale per entrambe è il produttore, Carlo degli Esposti con la sua Palomar, garanzia di qualità. Ma dopo questo, prevalgono le differenze.

La prima è temporale. Le indagini di Montalbano sono ambientate nella Vigata di oggi; con Maltese, invece, faremo un salto indietro nel tempo fino al 1976.

La seconda è geografica. Se con il personaggio di Camilleri abbiamo imparato ad amare la Sicilia Orientale (Scicli, Modica, Ragusa), con Maltese avremo la possibilità di conoscere quella Orientale e in particolare Trapani e dintorni.

La terza è strutturale. La serie di Montalbano è strettamente legata ai romanzi dell’autore siciliano, “Maltese”, invece, è sceneggiatura originale di Maddalena Rava e Gianluca Maria Tavarelli.

Dopo aver visto in anteprima la prima puntata, ci sentiamo di sbilanciarci nel sostenere che la penna della Riva è talentuosa, creativa, sensibile, la storia ha buone potenzialità di crescita sulla lunga distanza.

La quarta e forse più importante differenza tra i due commissari la si riscontra nell’approccio alla lotta alla mafia. In Montalbano il fenomeno è acclarato, fa drammaticamente parte del tessuto sociale, culturale ed economico della Sicilia, condizionando pesantemente la vita delle persone e trovando appoggi anche in alcuni settori della politica e dello Stato.

Invece, nel 1976 di Maltese, in Sicilia, la parola mafia intesa come organizzazione criminosa veniva detta sottovoce, quasi con fastidio, addirittura negata dalle autorità. Sono lontani i tempi di Falcone e Borsellino e del loro eroico sacrificio.

La Sicilia di “Maltese” è una Sicilia dove l’omertà è ancora considerata una virtù.

Lo spettatore si prepari a respirare un’atmosfera plumbea, sebbene l’occhio sarà colpito dai colori meravigliosi del trapanese e dai paesaggi naturali a dir poco strabilianti, esaltati dall’eccellente fotografia di Marco Pieroni.

Dario Maltese è un uomo condizionato da un passato doloroso. Il padre, anche lui poliziotto, è morto suicida dopo essere stato accusato, forse ingiustamente, di essere corrotto.

L’uomo, commissario della narcotici di Roma, sta attraversando un momento difficile a seguito dalla separazione dalla moglie americana che, tornando in patria, ha portato con sé la figlia.

Maltese arriva a Trapani in occasione del matrimonio dell’amico Gianni e assiste, impotente, al brutale assassinio di lui e della promessa sposa. Spinto dal desiderio di trovare gli assassini torna in Sicilia e prendere il comando della sua squadra.

Il commissario inizierà a indagare sul caso, trovandosi di fronte a un muro di gomma e a tutta una serie di avvenimenti, costruiti ad arte, per screditare la memoria di Gianni e per far archiviare quanto prima il caso.

Kim Rossi Stuart, in conferenza stampa, ha dichiarato di aver preso come riferimento e modello per interpretare il suo personaggio Ninni Cassarà, barbaramente ucciso dalla mafia nel 1985, un uomo colto, sensibile e allo stesso tempo deciso e forte nella sua strenua lotta.

Rike Schmid è la fotografa di origini tedesche Elisa Ripstein. Maltese – Il romanzo del Commissario. (2017)

Il focus drammaturgico della serie è incentrato sull’aspetto psicologico di Maltese, come i ricordi lo tormentino e quanto sia inquieta la sua anima.

Kim Rossi Stuart si dimostra ben calato nel ruolo, intenso, coinvolgente, capace di esternare una reale sofferenza emotiva e psicologica.

Il resto del cast appare all’altezza del compito, capace di dare un buon contributo alla riuscita dello show.

Dopo aver visto una sola puntata, come criticità possiamo evidenziare un ritmo narrativo forse un po’ compassato e lento, ma comunque non tale da nuocere troppo alla godibilità dello spettacolo.

Il sottotitolo della serie, “Il romanzo del Commissario”, vuole evidenziare che oltre l’aspetto poliziesco lo spettatore dovrà aspettarsi anche l’elemento melò, voluto dalla produzione per rievocare nello stile e nella forma la fortunata serie “La piovra”.

Nella prima puntata si introduce il tema, quando Maltese incontra la fotografa di origini tedesche Elisa Ripstein (Schmid).

La scommessa della Rai e in particolare del direttore di Rai Fiction Tinni Andretta, con questa serie, è di confermare la qualità e i successi di critica e di pubblico di quest’ottima annata televisiva, alzando l’asticella qualitativa.

Come sempre la parola ultima spetta ai telespettatori, ma noi crediamo che Dario Maltese impiegherà poco tempo per entrare nell’Olimpo dei tutori dell’ordine da fiction più amati.

Previous articleLeonardo da Vinci Experience: il Genio in mostra permanente a Roma
Next articleOlivia Palermo: segreti di bellezza e di stile di una principessa moderna
Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here