Libri al cinema: L’amore ai tempi del colera

di Rosalba D’Adamo

 

Libri al cinema, L'amore ai tempi del colera

 

Un anziano signore sale su una scala, nel giardino della sua casa, per rincorrere un bizzoso pappagallo che non vuole rientrare nella sua voliera, perde l’equilibrio, cade e muore. Le ultime parole sono per la moglie che è accorsa sul posto: “Dio solo sa quanto ti ho amata”. Insieme alle campane che suonano a morto e spingono Florentino Ariza ad abbandonare la sua amante-bambina per correre dalla “Dea Incoronata”, queste rappresentano il nocciolo del film “L’amore ai tempi del colera”, tratto dall’omonimo romanzo di Gabriel García Márquez.

Il film del 2007, diretto da Mike Newell, segue da vicino le vicende del libro. Un giovane impiegato del telegrafo di Cartagena in Colombia conosce una ragazza di nome Fermina Daza – interpretata dalla nostra Giovanna Mezzogiorno – con cui inizia una relazione che però viene presto ostacolata dal padre di lei, che sogna per l’unica figlia un ottimo partito.

In seguito all’allontanamento dalla città di Fermina, fatto proprio per distoglierla dal rapporto mal visto con Ariza, la giovane viene chiesta in moglie dal dottor Juvenal Urbino, uomo affascinante e ricco. I due si sposano, e vivranno un matrimonio felice.

Florentino Ariza, l’innamorato respinto, si fissa per sempre su questa passione, aspettando che Fermina rimanga vedova e passando freneticamente da una donna all’altra per tutta la vita. Nel frattempo, aiutato da alcuni parenti, diventa anche direttore generale e proprietario della Compagnia Fluviale, la società che gestisce il trasporto sul fiume.

Dalla seconda metà del XIX secolo fino agli anni trenta del 1900, passando attraverso guerre ed epidemie di colera, Florentino ama e aspetta Fermina, la sua “Dea Incoronata”.

Fermina vive invece la sua vita di ricca borghese agiata, divisa tra marito, figli e impegni mondani. Un personaggio comunque di carattere, che quando ad esempio scopre il tradimento del marito, scappa lontano, dai parenti materni, e torna soltanto dopo un anno, quando Juvenal va a chiederle scusa.

Il film è evocativo, romantico nella sua ferinità; impossibile non calarsi nell’epoca perfettamente riprodotta dal regista, coadiuvato nel compito da ottimi attori.

Leggendo, dopo aver visto il film tre volte, il romanzo di Marquez, è facile immergersi nel Sud America del secolo scorso, assaporando lo svolgersi di questo amore sconfinato e a senso unico per mezzo secolo (per l’esattezza, 51 anni, 9 mesi e 4 giorni), ma capace alla fine di strappare la donna amata al destino di una lugubre vedovanza.

Fermina si conferma anche nel finale donna risoluta e di carattere. Nonostante abbia amato e rispettato il marito con una devozione commovente per tutta la vita, conoscendone a tal punto l’intimità da scoprire il tradimento annusando semplicemente una camicia, accoglie infatti Florentino mettendosi contro i suoi stessi figli.

Il Sud America ci stordisce con i suoi colori, le sue passioni, le sue tragedie, il suo proiettarsi nel futuro, e nonostante tutto “L’amore ai tempi del colera” resta uno stupendo e inimitabile romanzo d’amore, non solo passionale ma anche coniugale.


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