“Lady Macbeth”: ritratto di una dark lady ingenua e perversa

Presentato al TFF 2016, esordio alla regia per William Oldroyd, un dramme ben scritto e interpretato

Un film di William Oldroyd. Con Florence Pugh, Cosmo Jarvis, Paul Hilton, Naomi Ackie. Drammatico, 89’. Gran Bretagna, 2016

Ispirato al racconto di Nikolaj Leskov “Lady Macbeth del distretto di Mcensk

 

I giornali e i Tg ci riportano con sempre maggiore frequenza casi di femminicidio – hanno superato quota 30, in Italia, nel solo 2017 – e storie di donne umiliate, vessate, private della libertà e della fiducia nel futuro.

Anche se di battaglie per i diritti femminili se ne sono combattute tante nel corso del tempo, anche se le conquiste fatte sono state importanti, c’è ancora molto da fare.

Eppure la donna, almeno al cinema, si mostra spesso capace di sovvertire i ruoli prestabiliti e trasformarsi da vittima a carnefice. È il caso della protagonista di “Lady Macbeth” di William Oldroyd, presentato in concorso al Torino Film Festival 2016.

Campagna inglese, 1865. A soli 17 anni Katherine (Pugh) viene costretta a un matrimonio senza amore con un uomo di mezz’età, rude, insensibile e succube di un padre severo e autoritario.

Soffocata dalle rigide norme sociali dell’epoca, la giovane inizia una relazione clandestina con lo stalliere Sebastian (Jarvis), ma l’ossessione amorosa la porterà in una spirale di violenza dalle conseguenze sconvolgenti.

Katherine, dietro al volto angelico e delicato, nasconde un cuore nero e spietato e un animo scaltro e cinico. Nonostante l’epoca, lei incarna per certi versi la donna moderna, che non accetta di vivere confinata in un ruolo subalterno rispetto al proprio uomo e sa reagire, quando serve, con forza, personalità, violenza.

Lo spettatore viene trascinato in una storia inizialmente cupa, intensa e passionale che volge poi alla violenza più cieca.

La sceneggiatura è ben scritta, raffinata, articolata, capace di scuotere e coinvolgere lo spettatore attraverso anche una serie di forti e scioccanti colpi di scena.

La regia dell’esordiente William Oldroyd è di buon livello, potente, denota una formazione teatrale. Il suo “Lady Macbeth”, comunque, regala emozioni.

Florence Pugh è una piacevole scoperta, e mostra personalità e carisma nonostante la giovane età in questo ruolo che potremmo definire una sorta di Claire Underwood ante litteram.

Merita una menzione anche Naomi Ackie, intensa e talentuosa nel ruolo della cameriera Anna, coscienza o Grillo parlante della protagonista.

L’amore non sempre è un sentimento capace di elevarci e renderci persone migliori, e come mostra il cupo finale, pur provando questo sentimento si rischia talvolta di rimanere completamente soli.

 

Il biglietto da acquistare per “Lady Macbeth” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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