Intervista all’autrice Tiziana Iaccarino

L’abbiamo conosciuta come giornalista, sempre pronta a presentare nuovi nomi e nuovi volti del panorama editoriale italiano su Parole a Colori, e come editor e addetta ai lavori.

Oggi Tiziana Iaccarino si mette dall’altra parte della scrivania, in qualità di scrittrice, per raccontarci del suo ultimo progetto, “Non voglio che te”, di prossima uscita.

Non voglio che te, Tiziana Iaccarino, copertina

Ciao Tiziana. È un piacere averti sul sito in qualità di intervistata e non di intervistatrice questa volta. Come si sta dall’altra parte? Nervosa?

Ciao Roberta, ti ringrazio per avermi ospitata sul tuo sito che è molto moderno, piace e soprattutto è seguito perché interessante e all’avanguardia, professionale e ben realizzato. Mi sento a mio agio, sono una chiacchierona per natura, quindi sono pronta al terzo grado.

Il 5 novembre esce negli store online “Non voglio che te”, la tua ultima fatica letteraria. Come la presenteresti al pubblico, senza svelare troppo?

“Non voglio che te” è un romanzo rosa un po’ diverso da quelli che ho scritto in precedenza. La storia, ambientata nella Toscana degli anni ’60, è appassionante e cruda allo stesso tempo, perché parla di vincoli e legami ai quali non si può rinunciare facilmente, che spesso fanno male e possono anche cambiare la vita dei protagonisti.

In passato ti sei cimentata in storie dal sapore romantico con elementi da chick lit, questa volta possiamo dire che hai scelto di prediligere il lato serio dei sentimenti?

Direi proprio di sì. Questa storia non è una commedia né un chick lit; si tratta invece di un romanzo rosa serio, che racconta una storia d’amore sofferta e combattuta. Qualcosa che forse il lettore non si aspetta di trovare.

New York, Parigi, Londra: le metropoli internazionali fanno sempre più spesso da sfondo alle moderne storie d’amore. Tu invece hai scelto in un certo senso di andare controcorrente, raccontando la Toscana. Perché?

Perché è una delle regioni più belle e famose d’Italia, un luogo incantevole, dove ci si può ancora immergere nella natura incontaminata e, allo stesso tempo, nella culla dell’arte e della cultura conosciute a livello mondiale. La Toscana è una regione che conserva sapori immutati nel tempo. La sua bellezza è sconvolgente e ambientarvi una storia dal sapore nostalgico e romantico è diventata quasi un’esigenza per chi, come me, ama l’Italia ed è orgogliosa di dire che è il proprio Paese.

Amore, pregiudizi, un’Italia dimenticata, nel tuo romanzo gli spunti di riflessione non mancano. C’è un messaggio in particolare che vorresti arrivasse al pubblico attraverso la lettura di “Non voglio che te”?

Il punto su cui vorrei che le persone riflettessero, dopo averlo letto il libro, è senza dubbio l’importanza dei valori perduti nel tempo in una società che vive sempre troppo in fretta. Negli anni ’60 la vita era semplice, genuina, meno artefatta di oggi, meno inquinata da una tecnologia che finisce per chiudere le comunicazioni vere tra le persone. In questa storia si racconta dell’importanza dei sentimenti e di quanto conti dare a essi la priorità. Ma non solo. Ho provato a trasmettere anche quanto conti superare gli ostacoli dovuti ai rancori personali e agli errori commessi in passato. Tutti sbagliamo, tornare indietro per riparare ai torti fatti e subiti è impossibile, ma quello che conta davvero è dimostrare di aver capito l’errore e di voler andare avanti come persone migliori.

Il libro esce in self publishing. Scelta voluta oppure percorso obbligato? Hai provato a proporre la storia a qualche casa editrice (tradizionale o digitale) oppure hai deciso di percorrere questa strada sin da subito?

Questa scelta è stata assolutamente libera e autonoma, voluta. Non ho proposto la storia a nessuna casa editrice.

Il tuo curriculum letterario è di tutto rispetto – ricordiamo tra gli altri “Lanty&Cookies”, “Come miele sul cuore”, “Il rifugio del piacere”, “La ragazza in mezzo al mare: un amore alle Canarie” scritto a quattro mani con l’autrice Monica Portiero. Quali consigli ti sentiresti di dare a chi sogna di intraprendere questa carriera? Cosa non può mancare a chi vuole fare lo scrittore, secondo te?

Serve talento, ma anche costanza e umiltà. Non si può pretendere di ottenere tutto e subito. Fare gavetta, esperienze, errori… conta, è importante. Non seguire questa strada e saltare delle tappe, in alcuni casi, può risultare controproducente. Il tempo dirà la sua al momento opportuno, ma se non si hanno le basi affrontare seriamente questo percorso può essere complicato.

Sappiamo che sei un vulcano di idee, sempre in movimento. Stai già lavorando a qualcosa di nuovo, sul versante letterario?

Ovviamente sì. Ho in cantiere una nuova commedia romantica, un nuovo romanzo e anche il seguito di “Lanty&Cookies”.

Grazie a Tiziana Iaccarino di essere stata con noi.

Grazie mille per la tua disponibilità e cortesia.


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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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