Intervista all’autrice Giovanna Mazzilli

di Tiziana Iaccarino

 

Giovanna Mazzilli è un’autrice di lungo corso. Milanese di nascita, si è presto trasferita in provincia di Varese. Appassionata di lettura e scrittura, ha sviluppato l’esigenza di raccontare le sue emozioni.

Il suo primo romanzo, “Sweet destiny”, uscito in self-publishing, è stato poi ripubblicato nel 2015. Tra le sue opere più note, per la maggior parte storie d’amore, ricordiamo la trilogia “delle barriere” – “Le barriere della passione”, “Le barriere dell’anima”, “Le barriere dei ricordi” -, “Il Natale che vorrei”, “L’estate dentro me”.

Il 5 agosto è uscito, per la collana YouFeel di Rizzoli, il suo nuovo lavoro, “E adesso rubami l’anima”.

In questa intervista parliamo con Giovanna della sua esperienza come autrice, della gavetta, degli anni di studio dietro ogni opera.

Ciao Giovanna, grazie per aver accettato questa intervista. Sono contenta di poter parlare con te della tua carriera molto ricca e interessante. Comincio con il chiederti quando hai scoperto che scrivere era la tua passione.

Ciao, Tiziana. Grazie a voi per questa opportunità. Io scrivo da sempre. Ho iniziato con le poesie quand’ero alle elementari; poi alle medie ho scoperto che scrivere mi donava emozioni importanti. La mia professoressa d’italiano era convinta che avessi talento e proprio per questo mi aveva consigliato il liceo classico. Purtroppo la mia stupidità mi ha portato nella direzione opposta, allontanandomi da quel consiglio prezioso. Non ho mai smesso di scrivere, però. Ho molti racconti nel cassetto e quaderni pieni zeppi di pensieri, poesie ed emozioni tramutate in parole. Ma devo ammettere che ho trovato il coraggio di pubblicare solo grazie a mio marito. Ha letto, e continua a farlo, ogni mio lavoro. Senza di lui non sarei mai diventata la persona e l’autrice che sono ora.

La tua primissima opera che è diventata un libro vero e proprio?

Nonostante avessi molti lavori nel cassetto la prima opera che ho scritto, pensando a un’eventuale pubblicazione, è stata “Sweet destiny” che poi è diventato il mio primo romanzo pubblicato. Trovare il coraggio di proporre agli altri le storie e le emozioni che metto nei miei scritti credo che sia stata la cosa più difficile da affrontare. Per fortuna ho avuto una persona, che mi ha donato il giusto incoraggiamento e la fiducia necessaria per fronteggiare quest’ambiente.

Pariamo invece per un attimo della “Trilogia delle barriere”. Com’è nata l’idea e a cosa ti sei ispirata?

La “Trilogia delle barriere” è nata per caso. Inizialmente non dovevano essere nemmeno tre libri. Ho iniziato a scrivere il primo per proporlo alla Rizzoli per la collana YouFeel, ma poi ho deciso di non inviarlo più. Avevo voglia di cambiare genere, dopo aver scritto un romance e un paranormal romance, e così ho voluto provare con l’erotico. Mi sono divertita molto a scrivere la storia di Amelia e Alejandro, una storia che, grazie ai due protagonisti, mi ha permesso di unire i miei due lavori, scrittrice e addetta di un supermercato. Alejandro, infatti, è il nuovo direttore del supermercato dove lavora Amelia. Il loro incontro fa nascere in lei pensieri e sensazioni mai provate. Durante la stesura li ho immaginati tra le corsie dell’ipermercato in cui lavoro… è stato esilarante!

Hai accennato al fatto che i libri, in origine, non dovevano nemmeno essere tre…

L’idea della trilogia è spuntata nella mia mente quando ho terminato il primo libro. I due fratelli maggiori di Amelia avevano avuto solo un paio di scene ne “Le barriere della passione” e, anche se è strano dirlo, ho come avvertito che con loro non avevo ancora finito. Così ho deciso di scrivere anche le loro storie. Sergio è il fratello maggiore, iperprotettivo con tutti. È un cardiochirurgo che lavora in una clinica milanese. La sua storia con Emma, infermiera della clinica, già incontrata in passato, si sviluppa ne “Le barriere dell’anima”. Nell’ultimo capitolo della trilogia, “Le barriere dei ricordi”, invece, parlerò di Mauro, ma non aggiungo altro perché il libro è ancora in fase di stesura.

Oltre a questi tre libri ne hai scritto un quarto, “Le barriere della passione. La voce di Alejandro”, tutto narrato dal punto di vista del protagonista maschile del primo romanzo. Com’è stato scriverlo?

Le lettrici hanno apprezzato molto il personaggio di Alejandro e in tante mi hanno chiesto la versione della storia dal suo punto di vista, così ho deciso di scriverla. “Le barriere della passione – La voce di Alejandro” è il risultato. Entrare nella testa di un uomo e scrivere un libro totalmente al maschile è stata una bella sfida e ringrazio le lettrici che mi hanno spronata a realizzarla.

Per Rizzoli non hai pubblicato la trilogia delle barriere, ma un altro romanzo. Ci racconti com’è andata?

Il romanzo “E adesso rubami l’anima” era uscito in self-publishing a febbraio 2016 con un altro titolo. Era una storia sensuale e romantica, adatta per San Valentino. Poi però è stato notato dalla Rizzoli che ne ha comprato i diritti, così è tornata online ad agosto. I miei personaggi hanno tenuto compagnia a lettrici e lettori durante le vacanze.

Ci racconti qualcosa della storia? Cosa devono aspettarsi i lettori?

I protagonisti sono Johnny e Moon: lui è un barman, lei una wedding planner. S’incontrano per caso durante l’attività illecita che fa di sera Johnny. La loro storia inizia all’improvviso: il fato ci mette lo zampino e l’attrazione che scatta tra loro fa il resto. Moon rimane colpita da quel sexy furfante dallo sguardo magnetico e non si rende conto, invece, che lei ha avuto lo stesso ascendente su Johnny. I lettori che vorranno leggere il mio libro si ritroveranno tra le mani una storia divertente, sensuale ma anche molto romantica. Perché come dico sempre io, non esiste sensualità tra due persone senza anche un pizzico d’amore.

La pubblicazione per YouFeel di Rizzoli ti ha dato modo di farti conoscere da un pubblico ancora più ampio. Com’è stato? Emozionante?

Ancora non mi sembra vero. Vedere il mio nome sulla copertina di un libro con il marchio Rizzoli è un sogno che diventa realtà. Non ho mai avuto molta fiducia in me stessa e quindi arrivare a questo traguardo mi ha donato un pizzico di autostima in più. Quando sono stata contattata dalla casa editrice ho dovuto fare leggere la mail a mio marito perché pensavo fosse frutto della mia immaginazione. Per non parlare della mia reazione quando è arrivato il contratto… Quel giorno ho ritirato la posta tardi, prima di andare a letto. Quando ho aperto la busta ho iniziato a saltellare per casa, nonostante fosse quasi mezzanotte! Lavorare con i professionisti di una casa editrice così importante è stato magnifico. Durante l’editing ho imparato tanto e ho colmato anche alcune lacune.

Prima di lasciarci, allunga una mano e tira fuori dal cassetto del tuo comodino un sogno, il primo che riesci ad afferrare. Qual è?

Tiziana, concedimelo ma dal cassetto ne sono venuti fuori due: uno professionale e uno privato. Il mio sogno più grande è quello di finire in libreria con un libro cartaceo. Voglio poter passare nella sezione libri di un supermercato, oppure davanti alla vetrina di una libreria o fare una sosta all’Autogrill, e trovare il mio libro in vendita. Il sogno nel cassetto privato, invece, è quello di diventare mamma. Ho un marito meraviglioso e una casa tutta nostra. Ora mi manca solo di riempirla con il “rumore” meraviglioso della risata di un bambino.

Grazie a Giovanna Mazzilli per essere stata con noi.

Grazie per lo spazio. A te, Tiziana, e alla redazione di Parole a Colori.

 

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