“Il professore cambia scuola”: storia francese di studenti e prof.

Denis Podalydès è un docente costretto a lasciare il suo liceo prestigioso per insegnare in periferia

Un film di Olivier Ayache-Vidal. Con Denis Podalydès, Abdoulaye Diallo, Tabono Tandia,  Pauline Huruguen, Alexis Moncorge. Commedia, 106′. Francia 2017

François Foucault è professore di lettere al prestigioso liceo Henri IV di Parigi. Durante una serata, l’uomo si lamenta con una funzionaria dell’Educazione nazionale dei problemi delle scuole di periferia dove bisognerebbe inviare dei professori più competenti. Il messaggio viene recepito e François si ritrova a dover accettare, per la durata di un anno, il trasferimento in un liceo di periferia da cui si aspetta il peggio. Il professor Foucault dovrà allora confrontarsi con i limiti del sistema educativo e mettere in discussione i suoi principi e i suoi pregiudizi.

 

Esiste un manuale per essere un insegnante perfetto oggi? In che modo un professore dovrebbe approcciarsi con gli studenti, dimostrandosi impostato e formale oppure smart e amichevole? Ed è giusto che i migliori insegnanti vengano assegnati alle scuole prestigiose relegando in quelle di periferia le nuove leve oppure i meno capaci?

Basta dare un’occhiata alle notizie di cronaca per accorgersi di come la scuola rappresenti lo specchio del degrado e del decadimento del nostro Paese, con insegnanti mortificati, degradati, presi di mira da studenti e genitori. Ma siamo sicuri che negli altri Paesi europei vada tanto meglio?

Olivier Ayache-Vidal, da sempre interessato al settore scolastico, ha deciso di compiere una full immersion lunga due anni nella scuola francese, intervistando per il suo “Il professore cambia scuola” docenti, studenti, associazioni.

La conclusione, riprendendo le sue parole, è stata che: “i problemi per gli studenti nascono soprattutto alle scuole superiori, cerniera tra l’infanzia e l’età adulta. È durante questi anni che avviene una mutazione, si forma il carattere e prende il via un orientamento personale e professionale”.

Ma anziché realizzare un documentario col suo materiale il regista ha optato per una pellicola di finzione, capace comunque di risultare credibile e realistica. “Il professore cambia scuola” è un film d’inchiesta sullo stato della scuola nelle periferie parigine, le discusse e controverse banlieue, che usa come spunto narrativo il trasferimento del professor François Foucault (Podalydes) in questa realtà difficile.

L’impostazione del film è semplice, lineare, divertente, in alcuni passaggi toccante che non viene mai meno alla sua mission (mostrare le differenze tra le scuole delle diverse zone, e l’atteggiamento spesso rassegnato dei docenti).

Foucault non è un insegnate carismatico o eroico, simile al John Keating interpretato da Robin Williams ne “L’attimo fuggente”, tutt’altro. Foucault è un professore concreto, che insegna con passione. Per lui il suo ruolo è fondamentale per il futuro e la crescita dei ragazzi, pretende il rispetto delle regole e dell’educazione nella sua classe e impone una “giusta distanza” tra lui e gli alunni.

Ma Foucault non è prigioniero delle proprie idee e quando gradualmente incomincia a comprendere la vera indole e le potenzialità dei suoi nuovi studenti, si dimostra capace di modificare il proprio stile d’insegnamento pur rimanendo fedele ai suoi principi e alla sua visione della scuola.

Denis Podalydes si cala perfettamente nel personaggio del professore, dandogli personalità, autorevolezza e umanità e risultando sempre credibile e coerente. Lo spettatore, dopo l’iniziale antipatia, incomincia a simpatizzare con lui, sposandone la visione e approvandone i coerenti metodi d’insegnamento.

L’esperienza/castigo di Foucault si trasformerà in una decisiva e profonda lezione vita per lo stesso professore che, alla fine dell’anno scolastico, toccherà con mano come sia possibile apprendere qualcosa anche da insegnante.

“Il professore cambia scuola” può essere letto anche come un manifesto d’intenti rivolto sia agli alunni che ai vecchi/nuovi professori affinché ritrovino o scoprano il sacro fuoco dell’insegnamento. Perché la scuola possa aprire la strada a una società migliore e più giusta.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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