“Il GGG – Il Grande Gigante Gentile”: dal romanzo di Roald Dahl una storia magica

Steven Spielberg dirige una favola moderna che parla di amicizia e accettazione di chi è diverso

Un film di Steven Spielberg. Con Mark Rylance, Ruby Barnhill, Penelope Wilton, Rebecca Hall, Bill Hader, Jemaine Clement. Avventura, 117′. USA, Gran Bretagna, Canada 2016

Tratto dal romanzo omonimo di Roald Dahl (1982)

Data di uscita italiana: 30 dicembre 2016

Il GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie, una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose. Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni.

 

Un tempo erano i nonni, talentuosi cantastorie, a incantare i nipoti raccontando fantasiose e incredibili avventure. Negli ultimi trent’anni, però, il compito di far sognare i giovani è ricaduto spesso anche sulle spalle solide ed esperte di Steven Spielberg.

Il regista americano ha scritto pagine memorabili della storia del cinema, dando vita a personaggi e universi unici, colorati, straordinari. Non stupisce che sia proprio lui a portare sul grande schermo uno dei romanzi per l’infanzia più amati di sempre, “Il GGG” di Roald Dahl.

Una favola moderna, realizzata con le più moderne tecnologie, può essere visivamente bella, affascinante e a suo modo commovente, ma al contempo fredda? Guardando questo film la risposta sembra essere sì.

La sceneggiatura è semplice, lineare, ben scritta ma priva di quella forza narrativa che dovrebbe servire a coinvolgere lo spettatore. Il pathos emerge solo a tratti, e anche il ritmo della storia non è costante. Pur trattando anche temi importanti come il bullismo e la forza che serve per ribellarsi a esso, la pellicola non fa scattare l’immedesimazione emotiva in chi guarda.

La regia di Steven Spielberg è sontuosa, visionaria, potente, capace ancora una volta di costruire un legame perfetto tra realtà e immaginario. A far compiere un salto di qualità al film sono sicuramente le musiche del maestro John Williams e i magici effetti speciali.

Il premio Oscar Mark Rylance si conferma attore solido e poliedrico; Ruby Barnhill è spontanea e naturale nell’interpretare una testarda Sophie.

Il finale è forse troppo buonista, ma essendo una fiaba non poteva mancare il lieto fine, che invita lo spettatore a non smettere mai di sognare, pensando con un sorriso al caro “GGG”, portatore di sogni.

 

Il biglietto da acquistare per “Il GGG” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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