“Il delitto Mattarella”: un film “vecchia maniera”, tra omaggio e memoria

Grimaldi coniuga scrupolosa ricostruzione e creatività, per un progetto imperfetto ma meritevole

Un film di Aurelio Grimaldi. Con Antonio Alveario, Claudio Castrogiovanni, Nicasio Catanese, David Coco, Vincenzo Crivello. Drammatico, 97′. Italia 2020

Il giorno dell’Epifania del 1980 il Presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella viene ucciso da un killer. Ad occuparsi delle prime indagini sarà il sostituto procuratore Pietro Grasso a cui farà seguito il giudice Giovanni Falcone. Le complicità saranno molteplici e gli esecutori materiali non saranno mai arrestati.

 

Un ragazzo di oggi potrebbe conoscere i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la loro storia, la loro tragica fine. Se ne è parlato e ne se parla, quindi il loro ricordo non è svanito. Eppure sono tanti, troppi, gli uomini e le donne caduti sotto i colpi mortali di “Cosa nostra” di cui sappiamo poco o niente.

Uno di questi è Piersanti Mattarella, esponente di spicco della DC siciliana e Presidente della Regione, ucciso a inizio 1980. Perché Mattarella fu brutalmente assassinato? Chi furono gli esecutori materiali? E quanto furono coinvolti, i vertici della DC siciliana e grandi personalità politiche del periodo? Sono passati quarant’anni dal quel tragico 6 gennaio e molte domande restano ancora senza risposta.

Il regista Aurelio Grimaldi, partendo dallo scrupoloso e appassionato studio delle sentenze definitive e dei documenti ufficiali del processo e delle indagini, ha voluto raccontare gli ultimi mesi di vita del Presidente, formulando alcune ipotesi sui mandanti e gli esecutori dell’omicidio .

“Il delitto Mattarella”, che arriverà nelle sale il 2 luglio, è indubbiamente un film politico, o se preferite un personale quanto esplicito J’accuse nei confronti dei vertici della DC siciliana dell’epoca e della controversa figura di Giulio Andreotti.

Grimaldi traccia un quadro oscuro e devastante di una classe politica corrotta e sottomessa ai voleri di Cosa nostra. Piersanti Mattarella era diventato un personaggio scomodo non soltanto per i vertici delle cosche mafiose ma anche per alcuni settori deviati dello Stato, tanto che, secondo il regista, ci fu complicità su molteplici livelli per eliminarlo.

L’intreccio narrativo del film si sviluppa come si trattasse di una spy story in cui assassini e traditori si nascondono dietro cariche ufficiali e istituzionali. Lo stile di racconto è asciutto, semplice, diretto, lascia al valente e appassionato cast il compito di dare consistenza, umanità e anima ai personaggi.

Un compito difficile ma assolto splendidamente da ogni interprete, al punto che lo spettatore ha davvero la sensazione di rivivere quei cupi momenti e di assistere impotente al tragico e progressivo isolamento politico e umano di Piersanti.

“Il delitto Mattarella” si basa, a livello drammaturgico, da una parte sulla rigorosa ricostruzione storica, politica e giudiziaria dei fatti e dall’altra sulla creatività di Grimaldi, che armonizza nella sceneggiatura alcuni indizi e ipotesi che seppur non comprovati da sentenze sono funzionali alla realizzazione del progetto cinematografico.

Non si tratta di un film perfetto, attenzione!, alcuni difetti narrativi, criticità strutturali e limiti registici ci sono e sono evidenti. Eppure, “Il delitto Mattarella” raggiunge il suo obiettivo divulgativo e al contempo omaggia con autonomia la figura e il sacrificio di Piersanti Mattarella. E anche solo per questo vale la visione.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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