Dalle atrocità della guerra alla complessità dei primi amori, passando per l’ostinazione e la voglia di realizzare un sogno, affermando il proprio “io” nel passaggio dall’infanzia all’età adulta: sono solo alcuni dei temi affrontanti dalle storie in concorso alla 47° edizione del Giffoni Film Festival (14-22 luglio).

Sono 101 i titoli tra lungometraggi, cortometraggi e documentari.

I film verranno proposti nelle sette sezioni competitive e giudicati dai 4.600 giurati suddivisi per fasce d’età: Elements +3 (3-5 anni), Elements +6 (6-9 anni), Elements +10 (10-12 anni), Generator +13 (13-16 anni), Generator +16 (16-17 anni), Generator +18 (18 anni in su), Gex Doc (sezione dedicata a docenti e filmgoers) e Parental Control – Destinazione Italia (rivolta a tutta la famiglia). Saranno proprio i giurati, provenienti da 52 Paesi, a decretare i vincitori del Gryphon Award per ciascuna sezione.

 

ELEMENTS +3

I piccoli spettatori di questa sezione scopriranno, probabilmente per la prima volta, la magia del cinema. Toccherà alla giuria più giovane del Festival valutare ben 20 cortometraggi provenienti da ogni angolo del mondo. Tre, invece, i lungometraggi fuori concorso. Tra questi segnaliamo il regista Arne Lindtner-Naess e il suo “Casper and Emma: Go hiking” (Norvegia, 2017) dove ​​due adorabili e maliziosi bambini di cinque anni scopriranno il valore dell’amore familiare durante una vacanza estiva.

 

ELEMENTS +6

Amicizia, rapporto padri e figli, piccole e grandi sfide che accomunano i percorsi di crescita dall’infanzia all’adolescenza, questo il filo conduttore della sezione Elements +6. Dopo la presentazione in anteprima del teaser lo scorso anno, entra in concorso “Edhel” (Italia, 2016) del regista italiano Marco Renda, incentrato sulla storia di una bambina nata con una malformazione al padiglione auricolare che fa apparire le sue orecchie “a punta”. Per la prima volta in concorso al Festival anche due opere provenienti dalla lontana Mongolia. Qui si tratta di “Children of Genghis” di Zolbayar Dorj che mostra come una competizione ippica si rivelerà un’agguerrita sfida tra fratelli. La campagna non è mai stata così movimentata come in “The big bad fox & other tales” (Francia, 2017) firmato da Benjamin Renner e Patrick Imbert.

 

ELEMENTS +10

Grande orgoglio per il Festival è il ritorno di una delle sue ex giurati da regista: in concorso nella categoria Elements +10 “Queen of Niendorf” (Germania, 2017), l’opera prima della giovanissima Joya Thome che, solo nel 2003, vestiva la maglietta della sezione Free to Fly, e ora dirige una divertente storia che ha come protagonista la piccola Lea e la sua estate piena di peripezie. Dalle piccole incertezze della pubertà ai drammi della guerra: “Hero steps” (Colombia, 2016), di Henry Rincon accende i riflettori sull’impavido Eduardo, vittima di un conflitto armato in Colombia. Un ragazzo forte che, nonostante abbia perso una gamba, continua a inseguire il sogno di partecipare al torneo di calcio della scuola. Cambio di genere con “Room 213” (2017, Svezia) di Emelie Lindblom, basato sulla misteriosa morte di una ragazza il cui spirito sembra perseguitare tutti gli ospiti della stanza 213.

 

GENERATOR +13

Il consolidamento dei legami familiari e la voglia di realizzare i propri sogni sono le principali tracce nella sezione Generator +13 composta da sette lungometraggi. Vanta un cast stellare “Walking out” (Usa, 2017) dei registi Alex Smith e Andrew Smith: nel film ritroviamo Matt Bomer e il giovane Josh Wiggins impegnati a mettere in scena il difficile rapporto tra padre e figlio. I due saranno costretti a fare fronte comune per superare pericoli inaspettati, riscoprendo anche il profondo legame che li unisce. L’elaborazione del lutto vista da esperienze e punti di vista diversi distingue “The bachelors” (Usa, 2017) di Kurt Voelker, dove ritroviamo l’attore Josh Wiggins insieme a Julie Delpy e al Premio Oscar J.K. Simmons (miglior attore non protagonista per “Whiplash”). Basato sul libro “La regina bambina” di Tim Crothers e realizzato dalla nota regista Mira Nair, “Queen of Katwe” (Uganda, 2016) ripercorre la storia vera di Phiona Mutesi, un prodigio degli scacchi ugandese insignita del titolo “Candidato Maestro FIDE Femminile” alle Olimpiadi del 2012. L’opera, dopo la presentazione al Festival, verrà trasmessa da Sky Cinema; nel cast anche il premio Oscar Lupita Nyong’o.

 

GENERATOR +16

Ostacoli da superare nella corsa all’età adulta e viaggi on the road ispirati alle celebri traversate in autostop dei mitici anni ’70: mettono a confronto leggerezza e preoccupazioni degli anni più belli i film scelti per i Generator +16. Un adolescente scomparso torna a casa dopo otto anni ma, svanita la gioia iniziale, si fa avanti il dubbio che si tratti di un impostore: è la trama di “The next skin” (Spagna/Svizzera, 2016) di Isaki Lacuesta e Isa Campo che, con i suoi colpi di scena, tiene incollato allo schermo lo spettatore. Tra gli interpreti principali Emma Suarez, la “Julieta” del grande regista Pedro Almodóvar. È la descrizione di una storia d’amore poco convenzionale quella messa in scena da “The inland road” (Nuova Zelanda, 2017) di Jackie Van Beek: su una strada che attraversa le campagne neozelandesi, un incidente mortale fa sì che si intreccino i destini della sedicenne Tia e di Will, padre di una bambina di quattro anni. Un super cast per “Weirdos” (Canada, 2016) di Bruce Mcdonald in cui ritroviamo Molly Parker, la Jackie Sharp di “House of cards”, e Julia Sarah Stone, già protagonista di “The Year Dolly Parton Was My Mom”. La narrazione ci conduce nel 1976, è il fine settimana del Bicentenario americano e il quindicesimo compleanno di Kit. Con l’aiuto di Alice, il ragazzo fa l’autostop verso casa della madre artista.

 

GENERATOR +18

La complessità dei rapporti umani, ponendo particolare attenzione ai legami familiari è il percorso introspettivo proposto ai GENERATOR +18. Ispirato ad avvenimenti reali, “Little harbour” (Slovacchia/Repubblica Ceca, 2017) di Iveta Grofova racconta di Jarka, una ragazzina di 10 anni maltrattata dalla madre, che si ritroverà nel ruolo di balia di due piccoli gemelli abbandonati per le strade di Bratislava. Interpretato interamente in Yiddish, una lingua non utilizzata nel cinema per molti decenni, “Menashe” (Usa, 2017) è firmato da Joshua Z Weinstein. Il film segue la vita di uno sfortunato droghiere mentre si sforza di far quadrare il bilancio del negozio e, allo stesso tempo, crescere da solo il figlio Rieven. È firmato dal regista Philip John (“Downton Abbey”) “Moon dogs” (Irlanda, 2016): protagonisti due fratelli e un viaggio verso Glasgow per raggiungere il Up Helly Aa, il più grande festival di fuochi d’artificio d’Europa. “April’s daughter” (Messico, 2017) di Michel Franco affronta invece il difficile rapporto tra una madre assente e le sue figlie: la precoce gravidanza di una delle due, Valeria, le costringerà a ritrovarsi e ad affrontare tutti i dissapori irrisolti.

 

GEX DOC

 

Si basano su sette storie vere, narrate in forma di documentario, le opere scelte per GEX DOC. Si parte da “They call us monsters” (Usa, 2016) di Ben Lear, ambientato nello Stato della California dove i minorenni, colpevoli di aver commesso crimini gravi, vengono processati come adulti. Svela la guerra in Siria, raccontata attraverso gli occhi dei bambini, “Born in Syria” (Spagna, 2016) di Hernan Zin: il film segue per un anno le vicende dei piccoli protagonisti, che affrontano un lungo viaggio in mare verso l’Europa, ed è arricchito dalla musica del compositore Gabriel Yared. Ci sono eroi che combattono ogni giorno passando inosservati: è il cuore di “Everyday heroes” (Francia, 2016) di Anne-Dauphine Julliand, incentrato sulla lotta alla malattia di coraggiosi bambini affetti da patologie gravi.

 

PARENTAL CONTROL – DESTINAZIONE ITALIA

Una sezione tutta italiana composta dai migliori short film nostrani unirà in sala tutta la famiglia, ergendo a giudici i familiari dei giffoners, dai genitori ai nonni. Sei i cortometraggi proposti.

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