Al cinema | Moonlight

Un film di Barry Jenkins. Con Ashton SandersMahershala Ali, Naomie Harris, Trevante Rhodes, Andrè Holland, Janelle Moàe. Drammatico, 110′. 2016

Ispirato al testo teatrale di Tarell Alvin McCraney, “In moonlight black boys look blue”

Se leggete le mie recensioni molto probabilmente saprete, cari lettori, che io sono diversamente ignorante, cinico, anziano e allo stesso tempo sempre disposto a spendere una parola buona per un film anche non eccelso, non amando sparare sulla Croce Rossa come certi critici.

Il film d’apertura dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, “Moonlight”, è il classico caso in cui il vostro inviato ha enormi difficoltà a formulare un giudizio. Ascoltando e soprattutto leggendo, dopo la proiezione, i pareri a riguardo di stimati e certo più competenti colleghi, mi è venuto il dubbio di aver visto un altro film rispetto a loro.

“Moonlight” o si ama o si odia. C’è chi grida al capolavoro, e chi invece pensa di essere perseguitato dalla maledizione di “Spira Mirabilis”. Da persone equilibrate, potreste farmi notare che molto spesso la verità sta nel mezzo tra i due opposti.

Si tratta di un film complesso, elegante, poetico, drammatico nei temi e nello stile registico, ma anche esasperante, lento e noioso in molti momenti.

Uno spettatore meno cinico del sottoscritto sarà probabilmente capace di farsi coinvolgere dalla vicenda del protagonista, Chiron (Sanders), divisa in tre atti – infanzia, adolescenza ed età adulta -, ma dovrà comunque fare un bel training autogeno prima di iniziare la visione per riuscire a entrare in sintonia con la storia e con la sua essenza sofistica e minimalista.

La difficoltà a farsi coinvolgere dai personaggi si deve anche a un ritmo e un pathos narrativo pressoché inesistenti, costruiti e calibrati in una forma teatrale esasperata e poco comprensibile per chi guarda.

Magari “Moonlight” l’anno prossimo farà incetta di Oscar, ma al momento il vostro cronista fatica davvero a indicare in quali categorie.

Il desiderio di Chriron è trovare il suo posto nel mondo, e attraverso una ricerca lunga una vita arriva a dare delle risposte alle sue inquietudini. Lo spettatore, invece, al termine della proiezione, si sente soprattutto frustrato.

 

Il biglietto da acquistare per “Moonlight” è: 1)Neanche regalato (con riserva); 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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